~ Λ N Í R O N ~
“Un vero amore non sa parlare.” — William Shakespeare
OVERTURE ~ FOR ΛRΛGORN ΛND ΛRWƎN
“O môr henion i dhû:
Ely siriar, êl síla.
Ai! Aníron Undómiel.
Tiro! El eria e môr.
I ‘lîr en êl luitha ‘úren.
Ai! Aníron...”
“«Oscura è l'Ombra, eppure il mio cuore gioisce, perché tu, Estel, sarai fra i grandi il cui coraggio la distruggerà». E Aragorn rispose: «Ahimè! Io non posso prevederlo, e come potrà accadere mi è tuttora oscuro. Eppure con la tua speranza anch'io spererò. E respingo per sempre l'Ombra; ma neppure il Crepuscolo è fatto per me, o mia dama; perché io sono mortale, e se tu ti legherai a me, Stella del Vespro, anche tu dovrai rinunciare al Crepuscolo». Ella rimase immobile come un candido albero, con lo sguardo perduto a occidente, e disse finalmente: «Mi legherò a te, Dùnadan, e mi allontanerò dal Crepuscolo. Eppure quella è la terra della mia gente e la dimora di tutta la mia razza».”
Considero Aragorn del capolavoro fantasy Il Signore degli Anelli di J. R. R. Tolkien uno dei migliori personaggi immaginari mai creati. Per quanto mi riguarda, la sua storia d'amore con Arwen è una delle più belle, romantiche e poetiche mai scritte.
La storia di Aragorn iniziò il 1º marzo dell'anno 2931 della Terza Era, in una località dell'Eriador. Egli nacque da Arathorn II e sua moglie Gilraen la Luminosa o la Bella. Fu un uomo appartenente alla stirpe dei Dúnedain, diretto discendente di Isildur ed erede al trono di Gondor.
Durante la sua infanzia Aragorn rimase orfano all'età di soli due anni, poiché suo padre Arathorn, il quale fu il quindicesimo Capitano dei Dúnedain, venne ucciso dagli orchi in un'imboscata. Fu così che sua madre Gilraen, figlia di Dírhael, decise di portarlo a Gran Burrone (Imladris), dove venne accolto da Elrond, suo lontano parente in quanto fratello gemello di Elros — il primo Re di Númenor e dei Dúnedain, che scelse una vita mortale e fondò tale regno degli uomini. Erlond lo crebbe come un figlio e lo istruì riguardo alla storia della sua casata, oltre ad insegnargli i vari linguaggi elfici, tra cui il Quenya, il Sindarin ed anche la lingua Valarin. Nel corso di questo periodo trascorso a Gran Burrone Aragorn strinse amicizia con Elladan ed Elrohir, i due figli di Elrond, che gli insegnarono sia a combattere che a seguire le tracce.
Al compimento di vent'anni d'età Aragorn ricevette da Erlond i tesori della Casa di Isildur (l'Anello di Barahir e i Frammenti di Narsil, la spada con la quale Isildur uccise Sauron, staccandogli l'Unico Anello dal dito); fu proprio quel giorno che Aragorn conobbe Arwen, la figlia di Erlond, la quale era tornata a Imladris. L'incontro tra i due fu molto importante e fondamentale per il loro futuro, poiché Arwen si sarebbe innamorata di Aragorn e avrebbe deciso di legarsi a lui, nonostante fosse un uomo mortale e non un elfo immortale come lei.
Nell'anno 2954 Gilraen decise di lasciare Gran Burrone e di tornare tra la sua gente, dove morì all'età di circa 101 anni, nell'anno 3007 della Terza Era. Le sue ultime parole furono le seguenti: «Ho dato la Speranza ai Dúnedain, non ne ho conservata per me stessa».
Fu grazie all'amore di sua madre che Aragorn, in seguito alla morte di suo padre, venne portato in salvo e cresciuto come un figlio da Erlond.
All'età di vent'anni per Aragorn iniziò la vita da Capitano dei Dúnedain e per i trent'anni successivi si spostò per molti luoghi della Terra di Mezzo, prestando servizio presso Re Thengel di Rohan — il padre di Re Théoden — e combattendo insieme a lui; trascorse anche un periodo della propria vita a Gondor, presso la corte di Ecthelion II (il padre di Denethor e il nonno di Boromir e Faramir), il quale era il Sovrintendente di Gondor regnante (un uomo saggio, a differenza del figlio, e un ottimo Sovrintendente di Gondor), sotto il falso nome di Thorongil (“Aquila della Stella”), chiamato così dagli uomini di Gondor, poiché era veloce, lungimirante e portava una stella d’argento sul proprio manto. Aragorn non rivelò il suo vero nome, non potendo far sapere che egli era in realtà l'erede di Isildur e del trono di Gondor. Durante quel periodo il regno dei Dúnedain stava attraversando una grave crisi, dato che la provincia dell'Ithilien era stata da poco perduta e i corsari di Umbar, istigati da Sauron, avevano dato il via ad una grande offensiva contro Gondor saccheggiandone le coste. Fu così che Aragorn propose ad Ecthelion un'audace piano architettato da lui, il quale prevedeva un'incursione della flotta di Gondor da lui guidata nel porto dei corsari, al fine di ucciderne il capitano e distruggerne la flotta. Il Sovrintendente di Gondor, dopo tale successo, sospettando la vera identità del giovane ramingo del nord, avrebbe voluto invitarlo a Minas Tirith per offrirgli la corona; tuttavia, Aragorn, sapendo che il suo momento di diventare Re non era ancora giunto, rifiutò e ripartì verso il nord.
Nell'anno 2981, Aragorn, ritornato a Lothlórien da una missione a Bosco Atro, ebbe un secondo incontro con Arwen. Fu proprio allora che egli dichiarò il proprio amore alla principessa elfica figlia di Erlond, la quale ricambiò. Fu così che i due si promisero in matrimonio sulla collina di Cerin Amroth e Elrond dovette accettare questo fatto; giacché il pensiero di dover un giorno abbandonare per sempre l'amatissima figlia lo riempì di tristezza. Molti anni dopo, Arwen, in seguito alla morte del suo amatissimo Aragorn, decise di morire proprio a Cerin Amroth, nello stesso luogo dove in passato promise di sposarlo e di legarsi a lui, rinunciando così all'immortalità del suo popolo.
Passarono gli anni e Aragorn maturò, acquisendo esperienza dopo varie battaglie e missioni svolte in giro per la Terra di Mezzo, sia presso gli uomini che gli elfi, visitando molti luoghi e affinando le sue abilità di condottiero e cacciatore. Nel corso degli anni egli venne conosciuto con molti nomi nella Terra di Mezzo (ne elenco alcuni), tra i quali Granpasso, Thorongil, Estel — che significa “Speranza” — e Telcontar. Fu così che, ad certo punto, dopo aver trovato la pergamena di Isildur, Gandalf era ormai quasi sicuro del fatto che l'anello di Bilbo, dato poi a Frodo, fosse in realtà l'Unico Anello che un tempo era appartenuto a Sauron, l'Oscuro Signore. Nonostante ciò, tuttavia, lo stregone necessitava di ulteriori prove, così gli venne in mente di cercare e catturare Gollum, che tenne l'anello per più di 500 anni. Per riuscire a catturalo, però, Gandalf avrebbe avuto bisogno di un abile cacciatore, ed Aragorn era indubbiamente il più abile nell'intera Terra di Mezzo, grazie alla sua grande abilità di trovare e seguire qualunque tipo di traccia, anche vecchia di mesi.
Aragorn e Gandalf si misero alla ricerca di Gollum, dapprima setacciando il sud di Bosco Atro, per poi spingersi verso sud-est, arrivando quasi a Mordor. Malgrado ciò, tuttavia, i due non riuscirono a trovare quasi nessuna traccia fresca di Gollum. Fu così che optarono per dividersi in modo da coprire più terreno e avere più possibilità. Aragorn riuscì ad individuare e a catturare Gollum nel sud del Bosco Atro e a portarlo da Gandalf più a nord, dove lo aiutò a sottoporre Gollum ad un duro interrogatorio. Saputo ciò che voleva, Gandalf pregò Aragorn di consegnare la creatura a Thranduil per poi dirigersi a Brea, dove avrebbe dovuto attendere Frodo in viaggio verso Gran Burrone, al fine di condurre l'Unico Anello al sicuro. Aragorn attese pazientemente per settimane l'arrivo di Frodo, non sapendo però che Gandalf era stato catturato da Saruman e tenuto prigioniero nel Pinnacolo di Orthanc, cioè la Torre Nera di Isengard dove viveva lo stregone. Alcuni eventi sono diversi rispetto a quelli visti nella trilogia cinematografica di Peter Jackson, la quale presenta varie differenze e mancanze rispetto all'opera originale di Tolkien.
Dopo questi eventi ci ricolleghiamo al film La Compagnia dell'Anello (a quel tempo Aragorn aveva 87 anni), dunque salto tutto il resto e arrivo al punto in cui Sauron venne sconfitto e Aragorn venne incoronato nuovo Re di Gondor, con gli eventi che avvennero dopo.
Dopo che Aragorn venne incoronato nuovo Re di Gondor, il 25 giugno 3019 della Terza Era, mesi dopo la sconfitta di Sauron, egli si diresse al monte Mindolluin insieme a Gandalf. Fu lì che lo Stregone Bianco aiutò Re Aragorn a trovare un germoglio dell'Albero Bianco di Gondor, che andò a sostituire il vecchio albero posto davanti al giardino della Bianca Torre di Ecthelion. Lo stesso giorno Arwen giunse a Minas Tirith da Imladris, accompagnata da suo padre Elrond e dai suoi fratelli Elladan e Elrohir, dove sposò Aragorn. Alla sontuosa cerimonia parteciparono tutti i membri superstiti della Compagnia dell'Anello (Frodo, Sam, Merry, Pipino, Legolas e Gimli, oltre che Gandalf), tutti i nobili di Gondor e Re Éomer di Rohan (che divenne il nuovo re, come successore di Théoden), giunto appositamente a Minas Tirith insieme alla sorella Éowyn. Così ebbe inizio il nuovo regno degli Uomini di Gondor, con una nuova Regina e una grande gioia che attraversò ogni angolo del regno.
Dopo i festeggiamenti per il matrimonio tra Aragorn e Arwen, che durarono diverse settimane, il nuovo Re di Gondor partì dalla Città Bianca insieme a Re Éomer di Rohan e ad un grande corteo formato da Rohirrim e Uomini di Gondor, al quale si aggiunsero tutti i membri della Compagnia dell'Anello e molti nobili di Gondor — tra i quali anche Faramir e Imrahil di Dol Amroth. Aragorn volle omaggiare Éomer accompagnando a Edoras la salma di Théoden. Una volta giunto ad Edoras Aragorn assistette alla cerimonia di inumazione di Théoden, dopodiché partecipò al banchetto funebre. Fu durante tale festa che Faramir — il Principe dell'Ithilien e nuovo Sovrintendente di Gondor — ed Éowyn annunciarono il proprio fidanzamento e le loro nozze, le quali vennero benedette sia da Re Éomer che da Re Elessar.
Durante il suo regno, Aragorn portò pace, prosperità e grandi vittorie militari a Gondor, riuscendo a riunificare Arnor (il grande Regno degli Uomini situato a nord, che in passato venne distrutto dal Re Stregone di Angmar), ed inglobando anche Imladris, Umbar e l'Harondor.
Negli anni seguenti Aragorn combatté insieme a Re Éomer, alleato di Gondor, contro gli Esterling e gli Haradrim, i quali in passato combatterono dalla parte di Sauron come popoli degli uomini malvagi che decisero di servirlo. Alcuni di loro vennero pacificati ed accolti da Re Elessar, ottenendo il perdono, mentre altri, invece, rimasero ostili e vennero poi sconfitti.
Un decreto reale emanato da Aragorn fu quello che sanciva che la Contea venisse ceduta del tutto agli hobbit, insieme al divieto per qualsiasi umano di varcarne i confini. Questo dimostrò che Re Elessar fu molto legato agli hobbit, soprattutto a Pipino e a Merry, che in seguito venne nominato Consigliere del Regno del Nord e alla sua morte venne posto a Rath Dinen, la necropoli dei re, dove ebbe luogo anche il sepolcro di Aragorn.
Fu così che i giorni e gli anni passarono, fino a quando, nell'anno 120 della Quarta Era, Aragorn morì all'età di 210 anni, dopo 122 anni di regno insieme alla sua amata Arwen.
Queste furono le ultime parole che Re Elessar rivolse a sua moglie: «Dama Undómiel, dura è invero l'ora, eppure fu decisa nel momento in cui ci incontrammo sotto le bianche betulle nel giardino di Elrond, ove nessuno più passeggia. E sul colle di Cerin Amroth, quando abbandonammo sia l'Ombra che il Crepuscolo, accettammo il nostro destino. Rifletti, mia adorata, e domandati se preferiresti vedermi appassire e cadere dal mio alto trono, impotente e irragionevole. No, mia dama, io sono l'ultimo dei Numenoreani e l'ultimo Re dei Tempi Remoti; a me fu data non soltanto una vita tre volte più lunga di quella degli Uomini della Terra di Mezzo, ma anche la grazia di partire volontariamente, restituendo il dono ricevuto. Ora, quindi, dormirò. Non ti dirò parole di conforto, perché per simili dolori non vi è conforto entro i confini del mondo. Ti attende un'ultima scelta: pentirti e recarti ai Rifugi, portando con te all'Ovest il ricordo dei giorni trascorsi insieme, un ricordo sempre verde, ma pur sempre soltanto un ricordo; o, altrimenti, attendere la Sorte degli Uomini. Ma non lasciamoci sopraffare dalla prova finale, noi che anticamente rinunciammo all'Ombra e all'Anello. In tristezza dobbiamo lasciarci, ma non nella disperazione. Guarda! Non siamo vincolati per sempre a ciò che si trova entro i confini del mondo, e al di là di essi vi è più dei ricordi. Addio!».
Alla fine, il grande Re degli uomini che sconfisse Sauron si spense e lasciò sia Arwen che i suoi tre figli, due femmine e un maschio, Eldarion, che avrebbe regnato come nuovo Re dei Regni Riuniti di Gondor e Arnor.
“Perverrà alla morte come immagine dello splendore dei Re degli Uomini in gloria, senza macchia, prima del crollo del mondo...”
La Regina Undómiel rinunciò alla vita un anno dopo la morte di suo marito.
Aragorn e Arwen si sarebbero rincontrati di nuovo dopo la morte, giacché la sua amata scelse di rinunciare al suo popolo per stare per sempre con il suo sposo, con un amore destinato a durare per l'eternità.
Per conludere, aggiungo una curiosità: l'ultimo Re di Gondor prima di Aragorn fu Eärnur, il quale fu il trentatreesimo ed ultimo sovrano di Gondor appartenente alla stirpe di Anárion. Egli non ebbe alcun discendente e venne ucciso dopo che si recò a Minas Morgul, in seguito ad una sfida lanciata a lui dal Re Stregone di Angmar in persona. Nessuno lo vide più e del Re di Gondor si perse ogni traccia. Dopo la sua morte ebbe inizio l'era dei Sovrintendenti regnanti, nella quale si succedettero per ben 1.000 anni ventisei Sovrintendenti di Gondor, fino a Denethor II, il padre di Boromir e Faramir.
“Et Eärello Endorenna utúlien. Sinome maruvan ar Hildinyar tenn'Ambar-Metta!”
“Giungo dal Grande Mare nella Terra di Mezzo. Sarà questa la mia dimora, e quella dei miei eredi, fino alla fine del mondo.”
― Il Giuramento di Elendil ―
“Senza fede è colui che dice addio quando la strada si fa buia.” ― J. R. R. Tolkien
— S H E Ǝ P ~ R Λ V I N G Λ N D D R O O L I N G —
La stupenda e a tratti anche cupa e claustrofobica Sheep — in origine intitolata Raving and Drooling, composta nel 1974 e poi scartata dal capolavoro di album Wish You Were Here del 1975, esattamente come Dogs, in origine intitolata You've Got to Be Crazy — dei Pink Floyd non è stata composta completamente da Roger Waters, bensì in parte anche da Richard Wright — per la precisione l'intro del brano, che amo, se non erro suonato su un pianoforte elettrico Fender Rhodes — e da David Gilmour — la parte finale del brano, ripresa in seguito da lui in modo simile nel suo primo album solista del 1978, alla fine della canzone intitolata Cry From the Street. Dunque è più corretto affermare che i veri compositori della canzone siano in realtà tre: Waters (testo e musica), Wright e Gilmour — musica, in parte: intro di tastiera e parte finale di chitarra del pezzo. L'intro della canzone non è stato composto da Waters, il quale non sa nemmeno suonare la tastiera, bensì da Wright; quindi il brano è anche di Wright, esattamente come la parte finale di chitarra che è stata composta da Gilmour e dunque sua. Ho letto anche che David Gilmour suonò il basso sia in Pigs (Three Different Ones) che in Sheep, brani contenuti in Animals (1977). Ergo, ancor di più Sheep è pure di Gilmour, avendo lui composto e suonato pure l'intera parte di basso presente nel suddetto brano.
Se fossi stato in Gilmour o in Wright avrei fatto valere i miei giusti diritti in tribunale, ottenendo così che nei crediti di molti brani dei Pink Floyd venisse aggiunto il mio nome — un po' come accadde con i Led Zeppelin e con i loro furti musicali che vennero affrontati nelle aule di tribunale, a cominciare dalla celebre Whole Lotta Love, la quale conteneva parte delle liriche di You Need Love, canzone di Muddy Waters scritta da Willie Dixon, il quale venne poi aggiunto nei crediti del famoso pezzo dei L.Z.; questo fu uno dei tanti casi di plagio da parte dei Led Zeppelin.
Del resto, i ladri di musica e i bugiardi hanno le gambe corte, esattamente come le menzogne.
Il mio brano preferito dell'albo Animals (1977) dei Pink Floyd — probabilmente il loro album più cupo in assoluto e uno dei migliori — è Dogs, anche se preferisco la sua versione embrionale suonata nel 1974 all'Empire Pool di Wembley (fu un concerto maestoso e uno dei loro migliori in assoluto), che considero uno dei punti più alti mai raggiunti dai Pink Floyd e dal Progressive Rock in generale (soprattutto la parte dell'assolo di Gilmour, con Wright che lo segue in un perfetto connubio fatto musica):
https://www.youtube.com/watch?v=iyjxDp_o-Ys
Per quanto mi riguarda, Richard Wright fu fondamentale per la parte musicale di Sheep (a cominciare dall'intro), con il suo sound cupo, alla deriva e a tratti alquanto claustrofobico che accompagna la canzone, per poi infine passare la palla a Gilmour, il quale chiude con maestria il brano grazie ad una sua parte di chitarra di alto livello che si ripete per tutto l'outro — la stessa cosa fece in Dogs e Pigs (Three Different Ones) che fanno parte dello stesso album (Pigs, divisa in tre parti, fu l'unica traccia composta nel 1976, al contrario delle altre due), le quali contengono due tra i suoi migliori assoli di chitarra elettrica.
https://youtu.be/gZM1WQKwpl0?t=576
—GILMOUR ON FIRƎ—
Se non ci fossero stati Gilmour e Wright, i più grandi capolavori dei Pink Floyd non sarebbero mai esistiti, a cominciare da Echoes, uno dei più grandi pezzi Progressive Rock della storia.
“I am you and what I see is me...”
Penso che in ogni brano composto da una band bisogna sempre mettere nei crediti tutti i musicisti che lo hanno composto — anche solo in parte — e che hanno contribuito al suo sviluppo. È una cosa giusta e corretta che andrebbe sempre fatta, secondo me. A mio avviso, inoltre, dovrebbero farlo tutti i gruppi e mai prendersi egoisticamente i meriti per un brano che non è stato composto completamente da una singolo membro, come accade spesso. A tal proposito, se per esempio io compongono il riff e/o l'assolo di un brano del gruppo del quale faccio parte, nei crediti di tale pezzo dovrà esserci riportato il mio nome tra parentesi; la stessa cosa vale se io scrivo solo il testo di un determinato brano, oppure se lo fa un altro membro della band. È una questione di correttezza e di trasparenza.
Penso anche che le persone che ascoltano un album debbano sapere chi ha composto — anche in parte — i brani che esso contiene.
Comporre e registrare in studio dei pezzi per un albo musicale è una delle cose più belle che esistano: scrivere i testi, comporre la musica, sviluppare l'idea in stato embrionale, raffinarla, ampliarla e darle poi una nuova forma con gli altri membri della band, con magari uno di loro che ha in mente bella idea per il brano in questione... poesia.
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— I N T Ǝ R M I S S I O N Ⅴ —
~ D R Ǝ Λ M S ~
Un altro capolavoro di pezzo che amo, roba irripetibile e d'altri tempi.
Loro hanno avuto uno dei migliori chitarristi della storia e sono stati una grande band degli anni '70, tra le migliori dell'epoca. 1970!
Penso che l'anno prossimo acquisterò un nuovo laptop, poiché ho bisogno di una maggior potenza sia per quanto concerne la GPU — la scheda grafica — che la CPU — il processore. Il mio attuale è potente, tuttavia non uno dei top e, quindi, ho bisogno di più potenza per ciò che faccio — nel dettaglio: l'editing di video con programmi pesanti e professionali; il miglioramento di video in 4K e 8K tramite alcuni programmi professionali che sfruttano l'IA; il gaming in 1080p/1440p/4K a dettagli ultra; etc.
Preferisco di più un laptop rispetto a un PC fisso, dato che voglio avere più comodità e portarlo con me quando vado in un luogo.
Esistono alcuni laptop da gaming di fascia alta che sono perfetti per le mie esigenze, come per esempio il ROG Strix Scar 16 dell'ASUS (che monta una NVIDIA GeForce RTX 4090), che penso sarà proprio la mia prossima scelta quando comprerò un nuovo PC portatile:
Mi piace il suo design ed è proprio ciò che mi serve. Spero che la RAM si possa aumentare a 128 GB — il mio attuale ne ha 32, aumentati in seguito da me.
Il Ryzen 7 dell'AMD — quello che possiede il mio laptop — è ottimo come processore; tuttavia, non c'è proprio paragone con un i9 della Intel, much better.
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— Il sequel dell'angolo della risata: un'ironica boccata —
Il Gabibbo — parola che deriva dal genovese e che era il titolo che i marinai genovesi davano agli scaricatori del porto di Massaua (Eritrea), chiamati così poiché un nome proprio diffuso in quel luogo era “Habib” / حَبيبْ, che significa “Amato” — è un personaggio televisivo italiano ideato da Antonio Ricci, partecipante ai programmi televisivi del suo creatore in onda su Canale 5, quali Striscia la notizia, Veline, Velone, Cultura moderna e Paperissima Sprint. In quest'ultima trasmissione è anche conduttore.
Il Gabibbo è anche il figlio segreto di Platinette — la madrina delle velone — e del peluche Uan, il quale per il programma televisivo per bambini intitolato Bim Bum Bam fu la mascotte; Sancho Panza e Don Chisciotte.
— B Ǝ L I N —
La deiezione — dal latino deiectio -onis, der. di deicĕre “gettare giù o fuori”, comp. di de- e iacĕre “gettare” — canina è un tipo di composto organico che si può trovare sia sul ciglio della strada che in qualsivoglia altro luogo; è caratterizzata da una particolare fragranza e può avere diverse forme.
Il fecaloma — noto anche come “stercoroma”, “coproma” e “scatoma” — è una massa dura di feci che si forma negli ultimi tratti dell’intestino e che può provocarne persino l’ostruzione. Questa condizione spesso è associata alla stitichezza. Sad story...
Sebbene il fecaloma nella fase iniziale possa risultare del tutto asintomatico, i sintomi che lo possono accompagnare sono quelli tipici dell’occlusione intestinale, ovvero: dolore e distensione addominale; contrazioni spasmodiche dello sfintere anale associate a dolore; nausea; emesi; etc.
Una toilette alla turca è un tipo di latrina costituito da un vaso sanitario appiattito — vaso alla turca — posto al livello del pavimento e privo di coperchio, caratterizzato generalmente da due pedane rialzate e da un foro di scarico centrale. Tale latrina può essere di vari materiali, come maiolica, ghisa o porcellana; per utilizzarla ci si accovaccia su di essa — qui si presenta il cosiddetto “bacio di Poseidone”.
Dopotutto, Nettuno sa... Qualcuno sul vaso alla turca si accovaccia, là... ed il bacio di Poseidone arriva, già...
Il Dom Mínkiaron è una versione ancora più pregiata del famoso Dom Pérignon; particolarmente amato per il suo sapore dolce, caldo, inebriante e fruttato, esso, durante i secoli, il palato di celebri personaggi storici ha deliziato, a cominciare da Ponzio Pilato sino ad arrivare ai giorni nostri, con Luca Giurato; il dittongo, il trittongo e lo iato.
Ne prenderemo atto; fatto il misfatto; nei Tarocchi vi è il Bagatto.
Lo metteremo agli atti; Varo e i suoi legionari vennero annientati a Teutoburgo dai Cherusci, i Bructeri, i Marsi e i Catti.
Durante l'infanzia, Federico Niccio venne picchiato dal padre prete — un pastore protestante e un ex precettore — in un cantuccio;
per il resto della sua vita gli rimase il cruccio;
la Geenna lo attende, nell'eterno calduccio.
— Nobody in motion; Maalox lotion —
Bruno Vespa, il gigachad che seduce, è in realtà il figlio segreto di Benito Mussolini, il duce dallo sguardo truce per il quale si lavora e si produce.
Divertente... però non riesco a ridere; difficile da credere... Mi sovvien tragicomico l'incidere.
Orizzonte e barche; nel dialetto le belle donne vengono chiamate sorche.
https://www.youtube.com/watch?v=6xckBwPdo1c
All yours...
Babooshka, babooshka, babooshka ja, ja...
Babooshka, matrioska, .mkv Matroska;
Victorien Sardou e la Tosca, il professor Raniero Cotti Borroni e la moglie Fosca;
Kate Bush... Eh la madosca!
Del calcio è un fanatico estremista; l'ateo è la perfetta incarnazione del pietista e del nichilista; qui ci vuole un esorcista:
https://www.youtube.com/watch?v=M0OEsNfzfZA
Qui si conclude la perentesi dell'umorista.
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— E N T R ' Λ C T Ǝ —
~ C Λ R P E T C R Λ W L Ǝ R S ~
“We've got to get in to get out...
There's only one direction in the faces that I see...
Its upward to the ceiling, where the chamber's said to be...
Like the forest fight for sunlight, that takes root in every tree...
They are pulled up by the magnet, believing they are free...”
Questo capolavoro dei Genesis — uno dei miei brani preferiti — mi è venuto in mente quando, giorni fa, ho visto uno dei migliori reportage mai realizzati su YouTube, soprattutto la seguente strofa delle liriche:
“We've got to get in to get out...”
(“Dobbiamo entrare per uscire...”)
Tears...
Entriamo in quel paese per poi uscire; per riuscire magari a risvegliare il dubbio, la curiosità e la voglia di libertà in qualche suo abitante.
Dobbiamo entrare per uscire...
Una cosa che mi è dispiaciuta e che mi ha toccato è stato vedere, in questa serie di video sulla Corea del Nord, la curiosità della cameriera che aveva chiesto a quel ragazzo che aveva visitato il paese se poteva insegnarle l'inglese. Non lo so, mi ha colpito e toccato, vedendo la curiosità nei suoi occhi ed anche un brivido immerso tra il fascino di voler scoprire e la paura di non osare troppo. Penso che questo viva nel profondo di ogni cittadino nordcoreano, chi più e chi meno: alcuni osano troppo (pochissimi riescono a fuggire da quell'inferno di dittatura e poi gioiscono per essersene andati, tutti quanti, senza alcuna eccezione); mentre altri, invece, assopiscono la loro giusta e naturale curiosità di voler conoscere il mondo e di volare via da quella gabbia che li opprime per tutta la loro vita.
Io spero che tale dittatura termini il prima possibile, poiché non si può vivere in un simile modo. Molte persone soffrono in quel paese e vengono commessi dei crimini contro gli esseri umani (anche gravi, oltre a torture ed esecuzioni), privandoli di molte libertà e diritti. Quella non è assolutamente vita.
Vedendo tutto questo, non posso fare altro che ringraziare di non essere nato in un simile paese; tuttavia, dall'altro lato, non posso fare altro che stare male per le persone che ci vivono e sperare che quella loro condizione di schiavitù termini il prima possibile.
Mi dispiace molto per quella ragazza nel video; me ne ricorderò e spero che la sua vita possa cambiare, andandosene via da lì e vivendo libera e felice.
“Un uomo è libero nel momento in cui desidera esserlo.”, disse Voltaire.
Del resto, ridere e piangere... luce e oscurità, come sempre, all'interno del poema epico e tragico della vita.
Stavo ripensando al fatto che se per caso io non potrò mai più rivedere — neanche per un solo istante — chi ho perduto e che mi era caro (sia le persone a me care che gli animali che ho avuto), che Dio mi cancelli pure dall'esistenza per sempre, senza più esistere in nessun modo.
Penso che chi faccia qualcosa per ricevere altro in cambio sia solo un falso e un ipocrita.
Per quanto mi riguarda, fare qualcosa per ricevere altro in cambio oppure la ricompensa è la più grande forma di ipocrisia che esista. Il vero altruismo non è questo e risiede in poche persone.
Dio creò il mondo e tutto ciò che esiste senza volere niente in cambio. Dopotutto, Lui lascia gli uomini liberi di scegliere se seguirlo e credere il Lui oppure no.
Delle volte penso al fatto che se io fossi stato Dio (al suo posto), avrei già spazzato via l'umanità da millenni — non avendo pazienza ed odiando il male e i crimini — e avrei lasciato il mondo un luogo puro e verde, con la natura e pieno di animali che vivevano in pace e che si nutrivano solo d'acqua (senza mangiarsi tra di loro), tutte le diverse specie che esistono, senza alcuna distinzione, insieme agli angeli liberi di vivere e di vagare nel mondo, come spiriti e presenze in armonia con esso. Questo è ciò che penso e che, probabilmente, avrei fatto io.
Penso che Dio sia troppo buono e paziente con noi uomini (non ce lo meritiamo un Dio così), lasciandoci liberi di fare ciò che vogliamo, pure di uccidere, di commettere dei crimini atroci, di odiarlo e di offenderlo, oltre che negarlo, anche di rendere un inferno questo mondo man mano che passano gli anni. Ringraziasse l'umanità di avere un Dio così e non uno come me, altrimenti non esisterebbe più da tempo, oppure me ne sarei fregato e l'avrei lasciata al proprio destino, senza intervenire nemmeno quando tutto sarebbe andato a finire nel peggiore dei modi (per esempio: con una guerra nucleare totale che avrebbe spazzato via tutta la vita nel mondo), dimenticandomi di essa e lasciandola al nulla totale.
“Ma in fondo tutto questo è stupido, perché logicamente...
io, se fossi Dio, la terra la vedrei piuttosto da lontano...
E forse non ce la farei ad accalorarmi in questo scontro quotidiano...
Io, se fossi Dio, non mi interesserei di odio o di vendetta...
e neanche di perdono...
Perché la lontananza è l'unica vendetta...
È l'unico perdono...”
È proprio questa la differenza sostanziale, giacché io non sono Dio, bensì solo me stesso, Pathos, creato e voluto così da Lui. Poiché la saggezza, la bontà, l'amore, la pazienza e la misericordia di Dio sono uniche, infinite ed inarrivabili. Tutta la gloria va a Lui e a Lui solo, il Padre.
Il tempo ce lo dirà, fino a quando, infine, il Giudizio non si compirà.
Bisogna sempre accettare ciò che la vita ci mette davanti, nel bene e nel male e con il sorriso, andando incontro a tutto ciò. Una volta che avrai compreso e accettato questo, avrai vinto la vita.
Il nostro domani, che non c'è dato sapere, sarà la nostra Odissea.
OUTRO ~ SUNA NO HOSHI
砂の星 ~ Stella sabbiosa
~ PΛTHOΣ Diario: qui cala infine il sipario.
Chapeau; adieu.
~ P Λ T H O Σ ~
© Kasus Pathos, 2023.
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