Ⅶ ~ 23 AGOSTO 2023 ~
― P R E Σ E N C Ǝ ―
la quale dà equilibrio al creato e giunge unica, spietata, vera e forte.
Gloria e lode a DIO, l'Eterno che ogni cosa creò e manifestò sin dal principio, quando all'albore dell'esistenza ne spalancò le immortali porte.
~ I N M Y T I M Ǝ O F D Y I N G ~
Ricordo la prima volta che ascoltai questo capolavoro titanico ed immortale della storia della Rock e della musica del XX secolo (ascoltato nel lontano 2011, subito dopo aver acquistato il CD musicale): ne rimasi estasiato, sia per la brutale, forte ed inarrestabile batteria di Bonham, un vero tornado incarnato (potremmo definirlo Giove tonante alla batteria), che per la seminale, aggressiva e mistica chitarra di Page, innegabilmente la base della batteria e dell'Hard Rock.
Decisamente questi furono i Led Zeppelin al loro climax e al punto più alto che raggiunsero all'interno della gloriosa carriera musicale che contraddistinse la loro storia di band. Physical Graffiti (1975), infatti, fu il punto d'arrivo e la fusione della loro musica: possedeva l'Hard Rock spietato, bombardato, osceno e duro con radici Blues di Led Zeppelin II (1969), il Folk addolcito e ricercato di Led Zeppelin III (1970) e le superbe e riflessive tastiere di Houses of the Holy (1973), un connubio e una meraviglia di dimensioni ciclopiche, un vero diamante unico ed oscuro di album nella storia del Rock ed il Signor doppio album dei doppi.
Kashmir e In My Time of Dying sono stati due inni colossali e due eclissi del Rock. Nella storia degli Zeppelin, in seguito, soltanto Achilles Last Stand avrebbe raggiunto di nuovo tali livelli, varcando ancora tale soglia di superba qualità con una cavalcata di pura epicità.
È sempre un piacere parlare di queste cose.
~ Jesus Make Up My Dying Bed ~
Indubbiamente il 1975 venne dominato dai capolavori Wish You Were Here dei Pink Floyd e da Physical Graffiti dei Led Zeppelin. Nessun altro album di quell'anno poté raggiungere ed eguagliare simili livelli caratterizzati da una musica così ricca, colossale e genuina. Uno fu la luce, contraddistinto da un eccelso Progressive Rock, un magnum opus di pregevole fattura ed irripetibile nella storia della musica; l'altro, invece, fu le tenebre, caratterizzato da un Hard Rock seminale che fondava le proprie radici nel Blues ed era accompagnato da mistici, colossali, misteriosi e superbi passaggi — in primis Kashmir e In the Light, la perla rara criminalmente non apprezzata per quanto realmente meritasse. Sono queste le opere che mi fanno amare la musica, ricercarla ed apprezzarla.
E qui, infine, io dichiaro che il 1975 fu l'ultimo anno dove la musica moderna raggiunse e mantenne il proprio apice, per poi dopo iniziare un lento e progressivo declino che ebbe origine dal 1976 in poi, salvo rare eccezioni che contraddistinsero gli anni a venire.
Oggi la musica è pressoché morta e non ha quasi più nulla da dire, salvo poche braci che alimentano ancora il suo antico fuoco.
Do you still do the twist...Do you find you remember things that well...I want to tell you...Some go twistin' every day...Though sometimes it's awful hard to tell...
Sì, la musica dà colore alla vita, grazie alle infinite sfaccettare e sfumature che la caratterizzano; poesia sonora e sublime che negli echi dei secoli è sempre stata creata e udita.
Accade sempre che i piccoli parlino dei grandi e si fissino su di loro, tentando invano di screditarli, di storpiare le loro opere e di porli al loro infimo livello. Del resto, tutto è come dev'essere e la gloria non è per tutti — vedasi ciò che hanno fatto David Gilmour e Jimmy Page nella musica.
E ora spostiamoci versi nuovi orizzonti.
~ L E T ' S G E T M Ǝ T Λ P H Y S I C Λ L ~
Light and darkness.
“Non potevamo capire perché eravamo troppo lontani... E non potevamo ricordare perché stavamo viaggiando nella notte dei tempi. Di quei tempi scomparsi... senza quasi lasciare traccia e alcun ricordo. Noi siamo abituati a vedere la forma incatenata di un mostro soggiogato... Ma lì... lì si poteva vedere qualcosa di mostruoso e libero.”
Il racconto epico della vita.
È sempre esilarante assistere allo spettacolo di vecchie nullità che hanno speso decenni della loro vita dietro alla musica per pubblicare solo spazzatura da due lire e vomitevole, utilizzandola delle volte come mezzo per vendicarsi degli schiaffi che hanno preso dagli altri e dai rifiuti che hanno subito — delle volte utilizzando i nomi e i cognomi di persone reali come titoli di questi loro capolavori. Aggiungiamoci poi il fatto che tali nullità si vantano pure di tali cacofonie di bassa lega che hanno realizzato — delle volte definendole dei “classici” 😂 — e allora sì che la faccenda diventa fin troppo divertente ed anche estremamente tragicomica. Del resto stiamo parlando di individui incolti che devono fare copia-incolla dai siti web (come Wikipedia e altri), dato che mancano sia di cultura che di qualsiasi altra dote. Insomma, l'apoteosi della debolezza, della vanità e della tragicomicità.
No, non sto scherzando: certi soggetti esistono davvero e passano la loro inutile vita a fissarsi sugli altri, a citarli, a rubare e a storpiare ciò che fanno, ad offenderli — descrivendo loro stessi e rivelando le loro personali caratteristiche e mancanze — e delle volte a commettere pure delle violazioni e dei reati informatici, quando il loro rosicamento acuto arriva ai livelli massimi.
“Quelli che...”
Ah, ah, ah! — Ah, ah, ah!
~ T H E R O V Ǝ R ~
Odio i luoghi dove vi è solo l'asfalto, i grigi palazzi e nessuna traccia di verde; amo invece i luoghi dove vi sono i viali alberati, i boschi, la natura che spazia e dove la mia mente è libera, si espande e l'occhio nell'orizzonte si perde.
Gli animali sono un dono di Dio e della natura; essi vanno rispettati, amati e lasciati vivere liberi nei loro habitat.
Ricordo che da bambino lessi che gli antichi Egizi consideravano sacri i gatti e che la punizione per averne ucciso uno era la morte.
Ho sempre amato i gatti e li considero degli animali eleganti, indipendenti e fieri.
Un avvenimento storico che ho sempre considerato un capolavoro e uno dei punti massimi della storia antica — che amo, studio e ricerco sin da ragazzino — sono le guerre puniche. A mio avviso sono state la più grande sfida che la Roma antica abbia mai affrontato durante la sua storia.
Un solo nome: Annibale Barca, il flagello di Roma e uno dei massimi geni militari dell'antichità e della storia. Questo fu il nome del grande condottiero e generale di Cartagine, il quale inflisse delle pesanti sconfitte alle truppe romane — prima fra tutte: la battaglia di Canne, il suo capolavoro, dove inflisse a Roma la sua più grande disfatta.
Di certo questo è un argomento che richiederebbe molto tempo per essere spiegato e approfondito a dovere, visto che le guerre puniche — probabilmente la guerra mondiale dell'antichità — furono tre e si conclusero con la caduta di Cartagine per mano di Scipione Emiliano, il nipote di Publio Cornelio Scipione detto Scipione l'Africano, colui che sconfisse Annibale a Zama (202 a.C.), al termine della seconda guerra punica.
La storia è sempre stupenda e ha un fascino tutto suo, unico.
Possiedo un amplificatore della Orange, tuttavia preferisco la marca Marshall. Penso che ne acquisterò uno più avanti.
Per quanto riguarda la mia Fender Telecaster nera, non la cambierò; e semmai acquisterò un'altra chitarra elettrica, utilizzerò lo stesso quella che ho, alternandola con la nuova, a seconda dei miei gusti.
Una chitarra che vorrei acquistare in futuro è la famosa Gibson EDS-1257, chitarra elettrica a doppio manico e storica che venne utilizzata da Jimmy Page. Sarebbe stupendo suonarne una; ha un suono che amo — se non erro, Page la utilizzò in studio per il brano Carouselambra / The Epic del 1979. La storia del Rock.
~ Immigrant Song; Out on the Tiles/Bathroom Sound; St. Tristan's Sword ~
— La guerra di Piero (Scaruffi) alla musica —
Scaruffi è un critico musicale che stimo molto e che in passato mi ha fatto conoscere vari capolavori rari di album (primo fra tutti Hosianna Mantra dei magnifici Popol Vuh, del 1972, e lo ringrazierò sempre per questo), nonostante — secondo me — in alcuni casi abbia fatto alcuni scivoloni nelle sue valutazioni, come nel caso degli album di Yoshiko Sai — che conobbe tardi, molto tempo dopo me — e di altri artisti e band. D'altra parte, tuttavia, rispetto le sue opinioni e penso che sia uno dei più grandi critici musicali al mondo — se non il migliore — e uno dei pochi che vale davvero la pena leggere. Penso anche che tutti gli altri critici musicali non possano vantare la sua grande conoscenza della musica, che spazia in tutti i generi e non è relegata alla sola musica.
Per quanto mi riguarda, il tutto si riassume sempre con de gustibus; poiché ciò che può piacere a me, probabilmente non può piacere a te e viceversa. Seguendo questo ragionamento, a me, per esempio, i Beatles fanno pietà come band e li considero il gruppo più sopravvalutato di sempre, mentre ad altri piacciono molto e amano la loro musica, com'è giusto che sia. È un po' come per il genere musicale Funk, che a me non è mai piaciuto (come il Rap), mentre ad altre persone può piacere molto.
Ecco un raro esempio di Funk che apprezzo molto:
I Pooh non mi sono mai piaciuti come gruppo, tuttavia considero un capolavoro il loro albo intitolato Parsifal (1973). In quell'album mi ricordavano i Genesis e devo ammettere che la loro musica era oggettivamente di alto livello, pregevole e ricercata, uno dei punti massimi della storia della musica italiana.
Per quanto mi riguarda, Peter Gabriel è stato uno dei più grandi geni della musica moderna e i veri Genesis cessarono di esistere quando lui lasciò il gruppo. Considero la sua soundtrack intitolata Passion (1989) una delle più grandi colonne sonore della storia del cinema.
I Faust, i Neu e i Popol Vuh sono stati i più grandi gruppi tedeschi della storia del Rock. Molta gente non li conosce nemmeno ed è relegata ai classici e ai soli Pink Floyd, Led Zeppelin, Genesis, Queen, etc.
~ L I T T L E B Y L I T T L Ǝ ~
Un ottimo gruppo giapponese degli anni '70 sono stati gli Happy End, tra i migliori. Il loro capolavoro e secondo album intitolato Kazemachi Roman / 風街ろまん (1971) è uno dei migliori album giapponesi della storia. Delle volte lo riascolto con piacere — lo scoprii nel 2016 e mi piacque subito.
~ Hanaichimonme / 花いちもんめ ~
L'anno in cui ho ricercato e ascoltato più musica in vita mia è stato il 2016 (anche più di quando ero un ragazzino); in tale anno scoprii centinaia di album e gemme rare di artisti e gruppi. È stato bellissimo, proprio grazie alla musica.
Ah, ah, ah! — Ah, ah, ah! — Ah, ah, ah!
E, infine, come sempre noi ne prenderemo atto; il dado è tratto.
— Λ L Ǝ Σ I Λ —
Nei più piccoli dettagli si possono scorgere le più grandi verità; questo è ciò che contraddistingue la natura e la sua sapiente incommensurabilità.
A tal proposito, mi torna alla mente il grande Masanobu Fukuoka / 福岡 正信 (1913—2008), il padre dell'agricoltura naturale, chiamata anche agricoltura del non fare. Egli fu veramente un grande uomo, saggio e umile, il quale non fece altro che comprovare che la natura è dotata di una propria intelligenza e che sa da sola quale sia il posto ideale per far crescere le piante.
Fukuoka non faceva altro che ridurre i suoi sforzi al minimo indispensabile (ecco perché il suo metodo agricolo assunse il nome di “agricoltura del non fare”), lasciando che fosse proprio la natura a coltivarsi da sola e a fiorire, senza l'intervento dell'uomo. Egli prendeva i semi delle piante che gli servivano e li univa all'argilla, formando delle palline che poi lanciava sul terreno, a caso e con il minimo sforzo. Questo metodo si rivelò a dir poco miracoloso, con una crescita rigogliosa, tanto che Fukuoka in seguito viaggiò e lo diffuse in vari paesi del mondo, tra i quali l'Africa, ottenendo lo stesso risultato. Amo questa storia e fu un piacere venirne a conoscenza.
Non mi importa se Fukuoka fosse buddista e seguisse il concetto del Mu, poiché è stata una grande persona, più unica che rara. Che riposi in pace e spero di incontrarlo un giorno.
La natura è intelligente e programmata con estrema sapienza, dalla forma di vita più piccola ed invisibile fino alla più grande. Tutto questo non deriva né dal caso né dal caos, bensì da un Creatore superiore ed inarrivabile per intelligenza e sapienza, il quale ha pensato, stabilito e dato vita alla propria creazione, ponendo dei limiti in essa e caratterizzandola da una logica che può essere scorta all'interno dell'esistenza.
Nel caso e nel caos non vi sono mai alcuna logica né alcuna sapienza.
La natura prova l'esistenza di un Creatore.
Gloria a DIO.
~ P Λ T H O Σ ~
© Kasus Pathos, 2023.
○ La riproduzione e/o la citazione di questo articolo e dei suoi contenuti, anche parziale, è espressamente vietata, esattamente come ogni suo utilizzo illecito.
Nessun commento:
Posta un commento