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sabato 14 ottobre 2023

La Battaglia di Hastings (14 ottobre 1066)


957 anni fa, il 14 ottobre del 1066 d.C., in Inghilterra venne combattuta la celebre battaglia di Hastings. Lo scontro vide contrapposte due armate: l'esercito di anglosassoni guidato dal re Aroldo II contro l'esercito normanno invasore comandato dal duca Guglielmo I di Normandia, detto anche Guglielmo il Conquistatore. La battaglia ebbe luogo a Battle — un paese situato nell'East Sussex, a circa tredici chilometri da Hastings — e si concluse con una decisiva vittoria normanna, la quale portò il duca Guglielmo a controllare l'Inghilterra e a diventarne il sovrano.

L'ANTEFATTO

L'evento che portò alla battaglia fu la morte del re inglese Edoardo il Confessore, che avvenne il 5 gennaio del 1066. Edoardo fu il penultimo re degli Anglosassoni e re d'Inghilterra appartenente alla dinastia anglosassone, il quale regnò dall'8 giugno 1042 fino alla morte.
Poiché re Edoardo non aveva eredi, la sua morte diede inizio ad una lotta per la successione tra diversi pretendenti. Sebbene Aroldo fosse stato incoronato re poco dopo la morte di Edoardo, dovette affrontare vari nemici, primo fra tutti il re norvegese Harald Hardrada insieme suo fratello Tostig, il quale tradì Aroldo e strinse un'alleanza con il sovrano norvegese, noto anche come lo Spietato. I due, sbarcati nell'Inghilterra settentrionale, sconfissero un raffazzonato esercito anglosassone nella battaglia di Fulford, il 20 settembre 1066, tuttavia vennero sconfitti da Aroldo nella battaglia di Stamford Bridge cinque giorni dopo, lasciando come unico nemico Guglielmo di Normandia. Questi sbarcò sulla costa meridionale a Pevensey, il 28 settembre, stabilendo una testa di ponte per la conquista del regno. Per fronteggiare le nuova minaccia, Aroldo fu costretto a marciare rapidamente verso sud, radunando le sue forze mentre procedeva.

LE FORZE IN CAMPO

Va sottolineato il fatto che i numeri esatti delle forze presenti alla battaglia sono sconosciuti, poiché anche le stime moderne variano notevolmente.

○ Gli anglosassoni

L'esercito anglosassone era composto quasi interamente da fanteria e contava pochi arcieri; l'armata aveva una struttura regionale, dove le unità del fyrd — cioè la leva locale — erano composte da uomini con un proprio pezzo di terra, reclutate e guidate da un signore locale, sia che fosse un conte, un vescovo o uno sceriffo. Gli uomini del fyrd erano equipaggiati dalla loro comunità per soddisfare le richieste del re. Per ogni cinque hide (cioè unità di terra nominalmente in grado di sostenere una famiglia), un uomo doveva prestare servizio. Sembra inoltre che la centana fosse la principale unità in cui era organizzato il fyrd. Nel complesso, alla chiamata alle armi il paese poteva fornire circa 14.000 uomini per il fyrd. Quest'ultimo di solito prestava servizio per due mesi, tranne in casi eccezionali. Era raro che l'intero fyrd venisse richiamato, tanto che nei 22 anni precedenti ciò avvenne esclusivamente tre volte, ossia nel 1051, 1052 e nel 1065.
Il re disponeva inoltre un proprio gruppo di guardie, conosciute come gli huscarli, i quali formavano la spina dorsale delle forze del regno. Perfino alcuni conti possedevano un contingente personale di huscarli.
Gli uomini del Thegn, cioè l'élite dei proprietari terrieri locali, combattevano direttamente sotto il re oppure erano accorpati alle forze di un conte o di un altro magnate. Il fyrd e gli huscarli solevano procedere entrambi a piedi e la principale differenza tra di loro era l'armatura, la quale risultava di fattura migliore per gli huscarli. Verosimilmente, l'esercito anglosassone non disponeva di un numero significativo di arcieri, al contrario di quello normanno.
Aroldo aveva trascorso la metà del 1066 sulla costa meridionale con un grande esercito e una flotta in attesa dell'invasione di Guglielmo. La maggioranza delle sue forze era composta da milizie che dopo due mesi dovevano essere mandate a casa per il raccolto, motivo per cui l'8 settembre Aroldo congedò la milizia e la flotta. Venuto a conoscenza dell'invasione norvegese si precipitò a settentrione, radunando le forze mentre procedeva, cogliendo di sorpresa il nemico e sconfiggendolo nella battaglia di Stamford Bridge, il 25 settembre 1066. Harald Hardrada e Tostig furono uccisi e i norvegesi subirono perdite così pesanti che 24 delle 300 navi usate per l'invasione servirono soltanto per portare via i sopravvissuti. D'altro canto, la vittoria anglosassone fu ottenuta a caro prezzo, giacché l'esercito di Aroldo rimase in uno stato martoriato e indebolito in vista dello scontro con l'esercito di Guglielmo ad Hastings.
Nel complesso, la forza anglosassone poteva contare tra i 5.000 e i 13.000 uomini circa, 2.000 dei quali erano huscarli.
A guidare l'esercito anglosassone vi erano re Aroldo II Godwinson e i suoi due fratelli Gyrth Godwinson e Leofwine Godwinson, i quali morirono tutti e tre nella battaglia.

Aroldo II Godwinson (Wessex, 1022 circa — Hastings, 14 ottobre 1066)

Aroldo era il figlio di Godwin del Wessex, una delle figure più importanti della corte inglese. Forse è reale il fatto che Aroldo stesso appoggiò la candidatura e le aspirazioni di Guglielmo, sebbene in un primo momento; mentre in seguito, invece, sostenne che Edoardo il Confessore, il re morente, lo avesse nominato suo erede, cambiando completamente idea. A questo punto, il consiglio dei nobili decise di appoggiare le rivendicazioni al trono del nobile sassone senza il consenso del consiglio dei nobili. Questa decisione mandò su tutte le furie il duca Guglielmo, il quale già sentiva l'odore della corona d'Inghilterra. Fu così che il duca di Normandia accusò di spergiuro Aroldo, il suo rivale, preparandosi militarmente per la conquista del paese.

○ I Normanni

Lo schieramento normanno era composto da una grande flotta di invasione che Guglielmo assemblò; il duca formò anche un esercito con truppe provenienti dalla Normandia e dal resto della Francia, con contingenti provenienti anche dalla Bretagna e dalle Fiandre. L'esercito normanno era composto da fanti, arcieri e cavalieri, con una maggior varietà ed un maggior equilibrio rispetto a quello nemico, il quale era composto quasi interamente da fanti e lanceri, con l'eccezione di pochissimi arcieri e nessun cavaliere.
Guglielmo trascorse quasi nove mesi nei suoi preparativi, poiché doveva costruire una flotta praticamente dal nulla. Secondo alcune cronache normanne, il duca si assicurò anche il sostegno diplomatico esterno, sebbene l'accuratezza delle fonti sia stata oggetto di dibattito storico. L'affermazione più famosa secondo cui papa Alessandro II avrebbe concesso uno stendardo pontificio come segno di sostegno, compare esclusivamente nel racconto di Guglielmo di Poitiers e non in narrazioni più vicine temporalmente.
Guglielmo radunò le sue forze a Saint-Valery-sur-Somme, le quali furono pronte ad attraversare la Manica intorno al 12 agosto 1066; tuttavia, la traversata fu ritardata per alcune settimane, forse a causa del maltempo o forse per evitare che l'esercito venisse intercettato dalla potente flotta inglese.
I Normanni attraversarono l'Inghilterra pochi giorni dopo la vittoria di Aroldo sui norvegesi, in seguito alla dispersione delle forze navali di Aroldo, e sbarcarono a Pevensey, nel Sussex, il 28 settembre. Alcune imbarcazioni furono portate fuori rotta e sbarcarono a Romney, dove i Normanni combatterono contro il fyrd locale. Dopo lo sbarco, le forze normanne costruirono un castello in legno a Hastings, dal quale scatenarono degli attacchi nella regione circostante; altre fortificazioni furono erette a Pevensey.
Nel complesso, l'esercito normanno poteva contare tra i 7.000 e i 12.000 uomini circa, 2.000 dei quali erano cavalieri.
A guidare l'esercito normanno vi erano il duca Guglielmo di Normandia insieme ad Alano il Rosso, William FitzOsbern, I conte di Hereford, Eustachio II di Boulogne e Oddone di Bayeux.

Guglielmo di Normandia (Falaise, 8 novembre 1028 — Rouen, 9 settembre 1087)

Guglielmo era il figlio di Roberto I di Normandia ed ereditò il ducato paterno a soli otto anni. Data la sua giovane età, egli visse i suoi primi quindici anni di regno contestato e sempre sotto la continua minaccia di attentati, senza riuscire ad impedire che si verificassero delle rivolte e dei disordini. Nonostante la sua giovane età, però, gli equilibri posti con grande fatica dai suoi predecessori si dimostrarono assai funzionali e, appena ventenne, Guglielmo riuscì a ristabilire l'ordine, restituendo alla Normandia il prestigio di un tempo. Il suo divenne il principato più potente di Francia e questo gli consentì di organizzare quell'audace spedizione che gli consentì la conquista dell'Inghilterra.

L'AVANZATA DI  RE AROLDO

Dopo aver sconfitto re Harald III Sigurdsson di Norvegia e suo fratello Tostig nel nord, Aroldo lasciò gran parte delle sue forze in zona, inclusi Morcar ed Edwin, facendo marciare il resto del suo esercito a sud per affrontare l'invasione normanna. Non è chiaro il momento in cui il re sassone venne a sapere dello sbarco di Guglielmo, sebbene probabilmente ciò avvenne mentre si trovava in viaggio verso sud.
Aroldo si fermò a Londra e vi rimase per circa una settimana prima di Hastings, motivo per cui è probabile che avesse trascorso circa una settimana nella sua marcia verso sud, percorrendo una media di 43 km al giorno, per un totale di circa 320 km.
Il re anglosassone si accampò a Caldbec Hill la notte del 13 ottobre, vicino a quello che è stato descritto come un «melo». Questa località distava circa 13 chilometri dal castello di Guglielmo ad Hastings.
Alcuni dei più antichi resoconti franchi dell'epoca riferiscono dell'arrivo di uno o più emissari da Guglielmo spediti dal re anglosassone, circostanza la quale rende credibile che tale evento sia realmente avvenuto. I tentativi di risolvere la contesa, tuttavia, diplomaticamente fallirono.
Sebbene Aroldo avesse tentato di sorprendere i Normanni, gli esploratori di Guglielmo riferirono l'arrivo del nemico al duca.
L'esatta sequenza degli avvenimenti precedenti alla battaglia resta oscura, principalmente a causa dei resoconti contraddittori forniti dalle fonti storiche. Malgrado ciò, ogni autore medievale concorda sul fatto che Guglielmo condusse il suo esercito dal suo castello e avanzò verso il nemico. Aroldo, invece, aveva raggiunto una postazione difensiva in cima alla Senlac Hill (nell'attuale comune di Battle, nell'East Sussex), situata a circa 9,7 chilometri dal castello di Guglielmo ad Hastings.

CONSIDERAZIONI STRATEGICHE E TATTICHE

○ L'esercito normanno ad Hastings

I numeri esatti e la composizione dell'esercito di Guglielmo sono sconosciuti. Un documento contemporaneo afferma che Guglielmo aveva 776 navi, benché potrebbe trattarsi di una cifra gonfiata. Le cifre segnalate dalle fonti dell'epoca per le dimensioni dell'esercito, inoltre, appaiono decisamente  gonfiate ed esagerate, variando da 14.000 a 150.000 uomini.
Gli storici moderni hanno teorizzato una serie di stime per la dimensione delle forze di Guglielmo: circa 7.000-8.000 uomini, 1.000-2.000 dei quali erano composti dalla cavalleria; 10.000-12.000 uomini; 10.000 uomini, 3.000 dei quali erano cavalieri; oppure circa 7.500 uomini. L'esercito comprendeva cavalieri, fanti e tiratori (arcieri o balestrieri); cavalieri e arcieri raggiungevano lo stesso totale di uomini, mentre i fanti erano pari in termini numerici agli altri due tipi messi insieme. Si conoscono degli elenchi redatti in epoca successiva dei compagni di Guglielmo il Conquistatore, tuttavia la maggior parte di essi è infarcita di figure che probabilmente non parteciparono alla lotta. Soltanto circa 35 persone tra quelle nominate furono con verosimiglianza assieme a Guglielmo ad Hastings. Di questi 35 sono cinque quelli noti, perché morirono nella battaglia: Roberto di Vitot, Engenulfo di Laigle, Roberto fitzErneis, Ruggero figlio di Turold e Taillefer.
L'armatura principale utilizzata era l'usbergo, solitamente lungo fino al ginocchio, con spacchi atti a consentire la cavalcata, alcuni con maniche che arrivavano ai gomiti. Una parte degli usberghi potrebbe essere stata forgiata con maglie attaccate a una tunica composta di metallo, corna di animale o pelle indurita. Il copricapo era solitamente un elmo di metallo conico con una fascia di metallo che si estendeva verso il basso per proteggere il naso.
Sia i cavalieri che i fanti portavano con sé degli scudi, solitamente rotondi e di legno, composti da rinforzi in metallo. I cavalieri portavano uno scudo a forma di aquilone e di solito erano armati di lancia. La lancia in resta, portata piegata contro il corpo sotto il braccio destro, era una tecnica relativamente nuova e probabilmente non venne usata ad Hastings; il terreno appariva infatti sfavorevole per effettuare lunghe cariche di cavalleria. Di solito, tanto la fanteria quanto la cavalleria combattevano con una spada dritta, lunga e a doppio taglio. La fanteria potrebbe aver utilizzato in quell'occasione anche dei giavellotti e delle lunghe lance. Alcuni cavalieri potrebbero aver impiegato una mazza piuttosto che una spada, mentre gli arcieri un arco o una balestra senza indossare un'armatura.

Raffigurazione di un cavaliere normanno:


○ L'esercito anglosassone ad Hastings

Il numero esatto di soldati presenti nell'esercito di Aroldo è sconosciuto. I documenti contemporanei non forniscono cifre affidabili; alcuni scritti normanni segnalano la presenza di un numero di guerrieri compreso tra 400.000 e 1.200 000 uomini dalla parte di Aroldo — cifre gonfiate all'inverosimile ed impossibili per l'epoca. Le fonti inglesi generalmente danno cifre molto basse per l'esercito di Aroldo, forse per far sembrare la sconfitta anglosassone meno devastante. Gli storici recenti, invece, hanno suggerito cifre comprese tra i 5.000 e i 13.000 uomini, mentre la maggior parte degli storici moderni stima un verosimile totale di 7.000-8.000 uomini. Questi uomini sarebbero stati un misto di fyrd e huscarli. Si conoscono i nomi di solo una ventina di persone presenti sul lato anglosassone, inclusi due fratelli del sovrano, Gyrth e Leofwine Godwinson, insieme ad altri due parenti — di questi venti ne morirono otto.
L'esercito anglosassone era costituito interamente da fanteria, benché sia possibile che alcuni combattenti di alto rango giunsero a cavallo ad Hastings, salvo poi combattere a piedi. Il fulcro dell'esercito era costituito dagli huscarli, soldati professionisti a tempo pieno. La loro armatura consisteva in un elmo conico, un usbergo, e uno scudo che poteva essere sia circolare o a forma di aquilone. Il grosso degli huscarli combatteva con l'ascia da battaglia danese a due mani, munendosi occasionalmente anche di una spada. Il resto dell'esercito si componeva di uomini reclutati per via della pratica del fyrd; nel dettaglio si trattava di fanti armati poco pesantemente e non esperti. Il grosso della fanteria avrebbe trovato impiego nel muro di scudi che si pensava di costituire; tale formazione serviva a far sì che tutti gli uomini nelle prime file brandissero in contemporanea i propri scudi. Dietro di loro ci sarebbero stati uomini con l'ascia e tiratori con giavellotti e archi.

Raffigurazione di un huscarlo anglosassone:


LUOGO DEGLI SCONTRI

Dato che molti dei resoconti principali a volte si contraddicono a vicenda è impossibile fornire una descrizione totalmente accurata della battaglia. L'unica informazione certa è che i combattimenti iniziarono alle 9 di sabato 14 ottobre 1066 e si trascinarono fino al tramonto. In particolare, il sole calò alle 16:54 circa, con il campo di battaglia per lo più buio alle 17:54 e in piena oscurità entro le 18:24. Quella notte la luna non sorse se non alle 23:12, motivo per cui una volta che il sole tramontò, c'era poca luce sul campo di battaglia.
Guglielmo di Jumièges riferisce che il duca Guglielmo mantenne il suo esercito armato e pronto contro un attacco notturno a sorpresa per l'intera notte precedente.
La battaglia ebbe luogo a undici chilometri a nord di Hastings, nell'odierna città di Battle, tra le due colline di Caldbec Hill a nord e Telham Hill a sud. Si trattava di un'area maggiormente boscosa rispetto ai giorni nostri, con una palude nelle vicinanze. Il nome tradizionalmente dato alla battaglia appare insolito, essendo presenti diverse località molto più vicine al campo di battaglia rispetto ad Hastings.
La cronaca anglosassone definisce la battaglia come quella combattuta «al melo canuto». Quarant'anni dopo la battaglia fu descritta dal cronista anglo-normanno Orderico Vitale come «di Senlac», un adattamento normanno-francese del termine in inglese arcaico “Sandlacu”, che significa “acqua sabbiosa”. Questo potrebbe essere stato il nome del corso d'acqua che attraversa il campo di battaglia. La schermaglia veniva invece già chiamata “bellum Hasestingas” o “battaglia di Hastings” nel 1086, nel Domesday Book.

L'alba ebbe luogo alle 6:48 e le informazioni pervenuteci lasciano intuire che si trattasse di una giornata «insolitamente luminosa». Le condizioni meteorologiche non vengono riferite da nessun testo coevo.
Il percorso che l'esercito anglosassone prese a sud verso il campo di battaglia non è noto con precisione. La scoperta di un importante tesoro sepolto vicino a un'antica strada romana da Rochester a Hastings nel 1876 ha suggerito che questa potrebbe essere stata la strada intrapresa, anche se è possibile che Aroldo avesse seguito un'altra strada romana che collega Londra a Lewes per poi passare per strade secondarie. Alcuni resoconti indicano che i Normanni avanzarono da Hastings al campo di battaglia, benché il racconto contemporaneo di Guglielmo di Jumièges colloca i Normanni sul luogo della battaglia la sera prima. La maggior parte degli storici propende per la prima ricostruzione, mentre M.K. Lawson, invece, sostiene che il racconto di Guglielmo di Jumièges sia corretto.

GLI SCHIERAMENTI


○ Disposizione delle forze

Gli anglosassoni

Le forze di re Aroldo si schierarono in una piccola e densa formazione in cima ad un ripido pendio, con i fianchi protetti dai boschi e il terreno paludoso dinanzi a loro. La linea potrebbe essersi estesa abbastanza da arrivare a lambire un ruscello vicino. La prima linea anglosassone si dispose in un muro di scudi per proteggersi dagli attacchi nemici.

I Normanni

Secondo le informazioni pervenuteci riguardo allo schieramento normanno, il duca Guglielmo organizzò le sue forze in tre gruppi, o “battaglie”, distinti grosso modo in base alle loro origini etniche. Alla sinistra erano disposti i Bretoni, insieme alle truppe dell'Angiò, del Poitou e del Maine. Questa divisione era guidata da Alano il Rosso, un parente del conte di Bretagna. Al centro trovavano posto i Normanni, i quali erano sotto il comando diretto del duca e con molti dei suoi parenti raggruppati attorno al partito ducale. L'ultima divisione, quella a destra, era composta dai Franchi, insieme ad alcuni uomini della Piccardia, di Boulogne e delle Fiandre. La destra era comandata da Guglielmo fitzOsbern e dal conte Eustachio II di Boulogne. Le prime linee erano composte da arcieri, con dietro una fila di fanti armati di lance. Probabilmente c'erano alcuni balestrieri e frombolieri insieme agli arcieri. La cavalleria era tenuta in riserva e non si pensava che un piccolo gruppo di ecclesiastici e servi situati alla base di Telham Hill prendesse parte ai combattimenti.
La disposizione scelta da Guglielmo per le sue forze implica che avesse pianificato di aprire la battaglia con l'azione degli arcieri in prima fila, i quali avrebbero dovuto indebolire il nemico con le frecce; in seguito sarebbe subentrata la fanteria che si sarebbe impegnata in un combattimento ravvicinato, per poi aprire delle brecce nelle linee inglesi. Le brecce vennero poi sfruttate per agevolare lo sfondamento della linea anglosassone con una carica di cavalleria, inseguendo così i soldati in fuga.

SVOLGIMENTO DELLA BATTAGLIA


○ Fasi iniziali

La battaglia si aprì con il tiro degli arcieri normanni contro il muro di scudi avversario, strategia che non sortì l'effetto sperato, che si rivelò scarso. La disposizione in salita dell'avversario, infatti, faceva sì che le frecce oltrepassassero i loro bersagli e volassero sopra la cima della collina; anche nel caso in cui si colpiva il bersaglio, l'effetto delle frecce otteneva risultati effimeri a causa del muro di scudi. La scarsità di arcieri inglesi, inoltre, ostacolava la controparte normanna, poiché questa sperava di sfruttare le frecce nemiche scoccate raccogliendole e riutilizzandole a proprio vantaggio.
Dopo l'attacco degli arcieri, il duca Guglielmo inviò i fanti nella mischia, i quali vennero subito colpiti da una raffica di lance, asce e pietre. La fanteria normanna non fu in grado di sfondare il muro di scudi e la cavalleria avanzò fornendo appoggio. Nemmeno la cavalleria riuscì a compiere progressi e avviò così una ritirata generale, attribuita alla divisione bretone alla sinistra di Guglielmo. Si sparse la voce che il duca fosse stato ucciso, circostanza che aumentò la confusione generale. Le forze inglesi iniziarono a inseguire gli invasori in fuga, tuttavia Guglielmo cavalcò tra le sue truppe, mostrando il suo volto e cercando di infondere coraggio affermando che fosse ancora vivo. Il duca condusse quindi un contrattacco contro le forze inglesi inseguitrici; alcuni tra questi ultimi si radunarono su una piccola collinetta prima di essere sopraffatti.
Non si sa se gli anglosassoni cominciarono ad inseguire gli ostili per ordine di Aroldo o per iniziativa spontanea. Robert Wace riferisce che Aroldo ordinò ai suoi uomini di rimanere nelle loro formazioni, malgrado nessun altro resoconto fornisca questo dettaglio. L'Arazzo di Bayeux raffigura la morte dei fratelli di Aroldo Gyrth e Leofwine, avvenuta poco prima della battaglia intorno alla collina; ciò potrebbe significare che i due fratelli guidarono l'inseguimento. Il poema intitolato Carmen de Hastingae Proelio riferisce una diversa versione della morte di Gyrth, in quanto afferma che egli morì per mano di Guglielmo, il quale forse lo confuse per suo fratello. Guglielmo di Poitiers, invece, scrisse che i corpi dei tre fratelli vennero rinvenuti l'uno vicino all'altro, motivo per cui essi verosimilmente morirono al termine della battaglia. È possibile che se i due fratelli fossero morti all'inizio del combattimento e i loro corpi fossero stati portati ad Aroldo, ciò spiegherebbe il loro ritrovamento vicino al corpo del re dopo la battaglia. Lo storico militare Peter Marren ipotizza che, qualora Gyrth e Leofwine fossero morti nelle fasi iniziali della lotta, ciò potrebbe aver spinto Aroldo a resistere e combattere fino alla fine.

○ Le finte ritirate dei Normanni

Il primo pomeriggio fu probabilmente segnato da un'interruzione dei combattimenti, consentendo così ai soldati di mangiare e di riposarsi. Guglielmo sembrò aver colto l'occasione per elaborare una nuova strategia, forse ispirata agli eventi della mattinata: cercare di fare breccia tra le linee nemiche sollecitando i soldati inglesi ad inseguire i Normanni che avrebbero finto di fuggire. A tal proposito, se i Normanni avessero potuto inviare la loro cavalleria contro il muro di scudi e quindi attirare gli inglesi in ulteriori inseguimenti, si sarebbero formati dei vuoti nella linea anglosassone. Guglielmo di Poitiers riferisce che tale tattica fu impiegata due volte. Alcuni storici ritengono che essa venne sperimentata soltanto dopo Hastings e che i cronisti cercassero di giustificare la fuga delle truppe normanne. Ciò resta improbabile, poiché non si trattava della prima volta che veniva adottata. Non a caso, fu una tattica utilizzata da altri eserciti normanni varie volte, per esempio: ad Arques, intorno al 1052, a Messina, nel 1060, o a Cassel, nel 1071.
Alcuni studiosi moderni hanno sostenuto che l'informazione secondo cui sarebbe stata impiegata la tattica della finta ritirata risulterebbe frutto di autori vissuti diverso tempo dopo lo scontro; ad ogni modo, la maggior parte degli storici concorda sul fatto che venne utilizzata dai Normanni ad Hastings.
Anche se le finte ritirate non infransero le linee inglesi, causarono la morte di diversi huscarli che componevano il muro di scudi. Questi furono sostituiti da soldati del fyrd, i quali preservarono la propria posizione nonostante il loro scarso addestramento ed equipaggiamento. Pare che gli arcieri trovarono nuovamente impiego prima e durante un assalto della cavalleria e della fanteria guidate dal duca. Sebbene fonti del XII secolo affermino che agli arcieri fu ordinato di scoccare le frecce assai in alto per colpire al di sopra della parte anteriore del muro dello scudo, non vi è nessuna testimonianza coeva che supporti tale ricostruzione degli eventi. Inoltre, non si sa quanti assalti avvennero contro le linee inglesi, sebbene alcune opere narrano di varie azioni sia dei normanni sia degli inglesi avvenute durante i combattimenti del pomeriggio. Il Carmen afferma che al duca Guglielmo fossero morti due cavalli durante i combattimenti, mentre il racconto di Guglielmo di Poitiers testimonia che ne morirono tre.

○ La morte di re Aroldo

Sembra che Aroldo perse la vita alla fine della battaglia, sebbene i resoconti coevi appaiano contraddittori. Guglielmo di Poitiers menziona solo la sua morte, senza fornire dettagli su come essa avvenne. L'Arazzo non fornisce alcun chiarimento in merito, in quanto mostra una figura con una freccia che sporge dal suo occhio accanto ad un combattente che cade mentre viene colpito con una spada. Su entrambe le fonti c'è una dichiarazione con scritto “Qui è stato ucciso re Aroldo”. Non è chiaro quale figura sia Aroldo oppure se egli sia stato ritratto due volte. La prima menzione scritta relativa alla morte di Aroldo per mano di una freccia nell'occhio risale al 1080, e proviene da una storia dei Normanni scritta da un monaco italico di nome Amato di Montecassino. Guglielmo di Malmesbury afferma che Aroldo morì a causa di una freccia nell'occhio la quale raggiunse il cervello e che, grosso modo nello stesso momento, venne ferito da un cavaliere. Wace riprende il tradizionale racconto della freccia nell'occhio. Il Carmen afferma che il duca Guglielmo uccise Aroldo, nonostante ciò sia improbabile; poiché un evento del genere sarebbe stato annoverato anche da altre fonti. Il racconto di Guglielmo di Jumièges è ancora più improbabile, giacché secondo lui Aroldo perì di mattina, durante i primi combattimenti. La Chronicle of Battle Abbey, invece, afferma che nessuno sapeva chi uccise Aroldo, come del resto si evince dal celebre arazzo che immortala la battaglia, l'arazzo di Bayeux.

Ecco una parte dell'arazzo di Bayeux:


Qui, invece, ecco l'arazzo completo e visibile nel dettaglio:

Un moderno biografo di Aroldo, Ian Walker, afferma che il sovrano probabilmente morì per una freccia nell'occhio, malgrado sostiene che fosse altresì possibile che egli venne colpito da un cavaliere normanno mentre era stato ferito a morte ad un occhio. Un altro biografo di Aroldo, Peter Rex, dopo aver esposto le varie ricostruzioni, ha concluso che non risulta possibile chiarire con certezza come il re perse la vita durante la battaglia.
La morte di Aroldo lasciò le forze anglosassoni senza un comandante e i soldati iniziarono così a disunirsi; molti fuggirono, mentre i soldati della casa reale anglosassone si radunarono attorno al corpo di Aroldo e combatterono ad oltranza. I Normanni iniziarono ad inseguire le truppe in fuga, e ad eccezione di un'azione di retroguardia in un punto noto come “Malfosse”, la battaglia poteva considerarsi conclusa. L'esatta natura degli eventi della Malfosse e la sua esatta ubicazione rimangono controverse. Sembra che i soldati inglesi si radunarono nei pressi di un luogo fortificato o di una rete di trincee e che avessero ferito gravemente Eustacchio di Boulogne, salvo poi essere sopraffatti dai Normanni.
La vittoria di Guglielmo fu decisiva, sebbene gli costò molti uomini, con circa 2.000 uomini tra morti e feriti, secondo le stime moderne.

LE CONSUEGUENZE DELLA BATTAGLIA

Il giorno dopo la battaglia, il corpo di Aroldo fu desunto sulla base dell'armatura indossata o dai segni sul suo corpo. Il suo stendardo personale fu presentato a Guglielmo, dopodiché inviato al papato.
I corpi dei morti anglosassoni, inclusi alcuni dei fratelli di Aroldo, furono lasciati sul campo di battaglia, anche se alcuni furono rimossi dai parenti in seguito. I morti normanni furono sepolti in una grande fossa comune che non è stata ritrovata.
Le cifre esatte delle vittime non sono note: sulla base dei nomi degli inglesi noti morti durante la lotta, si potrebbe ipotizzare che circa il 50% dei soldati perì, malgrado potrebbe trattarsi di un totale eccessivamente alto. Dei Normanni conosciuti presenti ad Hastings ne morì uno su sette, malgrado questi fossero tutti nobili, motivo per cui il tasso di combattenti comuni defunti si rivelò sicuramente maggiore. Sebbene le cifre di Orderico Vitali appaiono assolutamente esagerate, il suo rapporto di una vittima su quattro può essere ritenuto accurato. Marren ipotizza che forse 2.000 Normanni e 4.000 Inglesi furono uccisi ad Hastings. I resoconti storici, inoltre, affermano che alcuni dei morti inglesi furono ritrovati sulla collina anni dopo. Sebbene gli studiosi abbiano pensato a lungo che i resti non sarebbero stati recuperabili, perlopiù a causa del terreno acido, recenti ritrovamenti hanno messo in dubbio questa teoria. Pare anche che uno scheletro portato alla luce in un cimitero medievale, originariamente associato alla battaglia di Lewes del XIII secolo, sia associato ad Hastings.
Una storia racconta che Gytha, la madre di Aroldo, offrì al duca vittorioso una quantità d'oro pesante come il corpo del figlio per la sua custodia, tuttavia l'offerta fu rifiutata. Guglielmo ordinò che le spoglie di Aroldo fossero gettate in mare, anche se non è chiaro se ciò avvenne. Un'altra storia narra che Aroldo venne sepolto in cima a una scogliera. Altre leggende affermano che Aroldo non morì ad Hastings, ma che invece fuggì e divenne un eremita a Chester.
Dopo la vittoria, Guglielmo si aspettava di ricevere la sottomissione dei nobili inglesi sopravvissuti dopo la battaglia. Malgrado ciò, tuttavia, Edgardo Atheling, un altro esponente della casata di Wessex, fu proclamato re dal witan, forte del sostegno dei conti Edwin e Morcar, di Stigando, l'arcivescovo di Canterbury e Ealdred, l'arcivescovo di York. Guglielmo, quindi, avanzò verso Londra, marciando lungo la costa del Kent; surclassò una forza anglosassone che l'aveva attaccato a Southwark, tuttavia non riuscì a prendere d'assalto il London Bridge. Ciò lo costrinse a dover compiere un percorso più tortuoso per raggiungere la capitale.
Guglielmo risalì la valle del Tamigi per attraversare il fiume a Wallingford, dove Stigand si sottomise a lui; si recò poi a nord-est lungo le Chiltern Hills, prima di avanzare verso Londra da nord-ovest, impegnandosi in ulteriori scontri con le forze della città. I comandanti inglesi si arresero a Guglielmo a Berkhamsted, nell'Hertfordshire.

In definitiva, la battaglia di Hastings è un evento storico importante e rappresenta una svolta cruciale nella storia dell'Europa medievale.
Grazie alla vittoria ottenuta ad Hastings il duca Guglielmo di Normandia si assicurò il dominio sull'Inghilterra. Fu così che Guglielmo venne acclamato sovrano d'Inghilterra ed incoronato da Ealdred nell'Abbazia di Westminster, il 25 dicembre 1066. Tutti i sovrani d'Inghilterra suoi successori sono infatti i suoi discendenti diretti.

“Non occorre sperare per intraprendere, né riuscire per perseverare.”
— Re Gugliemo il Conquistatore —

Per approfondire, ecco un documentario sulla battaglia di Hastings:

  P Λ T H O Σ  
~ Ho un tornado nel mio cuore; ho un oceano nella mia anima 

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