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domenica 9 giugno 2024

— NIETZSCHE, L'ANTENATO DEL SATANISMO MODERNO —

— NIETZSCHE, L'ANTENATO DEL SATANISMO MODERNO —

● Quasi tutto il seguente articolo — a parte alcune mie piccole aggiunte e modifiche  è a cura del sito Centro Culturale San Giorgio, dal quale l'ho preso poiché è realizzato in maniera ottima.

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● INTRODUZIONE

○ Uno dei nomi che spuntano immancabilmente quando si va a grattare la superficie di quel mondo oscuro che contraddistingue il satanismo è certamente quello di Friedrich Nietzsche. La sua profonda avversione verso il Dio cristiano, ma soprattutto la sua idea di auto-deificazione dell'uomo, lo collocano tra gli antenati più illustri di questa subcultura. Il suo concetto razzista di Superuomo (l'iniziato), al di là del bene e del male al di sopra di tutti gli altri esseri umani considerati come la massa imbelle (i Cristiani), lo si ritrova spesso negli scritti di tanti teorici del culto satanico, primo fra tutti Anton Szandor LaVey (1930—1997), il famoso satanista americano fondatore della prima organizzazione satanica a godere di un riconoscimento ufficiale.
Del resto, tutta la corrente del satanismo moderno si ispira a questo erede del romanticismo tedesco che con le sue idee di un uomo nuovo affrancato dalla religione affascinò non a caso il regime nazista, con il concetto di oltreuomo — dal tedesco Übermensch. Leggendo i suoi scritti è possibile percepire la sua visione profetica di un nuovo tipo di consorzio umano che sembra regolato da quel darwinismo sociale predicato da certi adoratori del maligno o da rockstar del calibro di Marilyn Manson. Insomma, un paladino del male ante litteram che alla fine dell'Ottocento ha descritto — con diversi decenni di anticipo — le fasi finali della Rivoluzione anticristiana di cui oggi siamo testimoni.

A volte, rileggere le opere di Friedrich Nietzsche (1844—1900) può risultare molto interessante. Il suo pensiero è rappresentativo della corrente di quella filosofia moderna che esalta l'essenza e la mèta finale della Rivoluzione. Con quest'ultimo termine intendiamo quell'imponente processo di tendenze, di dottrine e di trasformazioni politiche, sociali ed economiche derivante da un deterioramento morale generato da due vizi fondamentali: l'orgoglio e la sensualità. Questi vizi producono nell'uomo un'incompatibilità profonda con la dottrina cristiana. Dall'orgoglio e dalla sensualità proviene una concezione del mondo diametralmente opposta all'opera di Dio, cioè satanismo.
Tale concezione non differisce dall'idea cattolica solamente in questo o in quel punto. Con il passare delle generazioni, questi vizi sono divenuti più profondi e hanno generato una concezione gnostica e rivoluzionaria dell'Universo. I primi passi di questa concezione ebbero inizio storicamente nel Rinascimento e nel XVI secolo con il Protestantesimo. Oggi, questo processo sta giungendo al suo completamento con l'apostasia di quelle che un tempo erano le nazioni cattoliche.


● NIETZSCHE, PROFETA DELL'ERA MODERNA

○ Non consideriamo Nietzsche un grande pensatore metafisico, nel senso classico del termine. Malgrado ciò, egli offre un esempio utile per mostrare gli scopi di questa Rivoluzione. Nei suoi scritti, infatti, Nietzsche esprime un'ammirazione appassionata per l'antico paganesimo: egli ha fornito una nuova energia artificiale ai suoi miti riesumati — l'eterno ritorno, la visione dionisiaca della vita, et cetera. Tali visioni rivelano un pensiero privo di ogni metodologia sistematica, bensì ricco di aforismi, di metafore e di allegorie che parlano del suo odio per nostro Signore Gesù Cristo (Yeshua), per il Cristianesimo e per la verità filosofica e teologica. Ad esempio, egli presenta le nozioni di morte di Dio, di superuomo” e di volontà di potenza” e, al contempo, attacca vigorosamente il Cristianesimo, ritenuto da Nietzsche come un insieme di moralità destinata al debole gregge. Questo suo odio, che nega il passato come portatore della tradizione Cristiana e che presenta il futuro come il frutto di una rivolta contro Dio — come per esempio nel mito di Prometeo che tentò di rubare il fuoco dal cielo — è tipico della Rivoluzione. Tale odio è riflesso più in Nietzsche che in qualunque altro pensatore, tranne forse Ludwig Feuerbach (18041872) o Jean-Paul Sartre (19051980). A tal proposito, Nietzsche è un visionario di un'opera che la Rivoluzione sta tentando di completare ai nostri giorni ed il cantore di due dei suoi vizi propulsori: l'orgoglio e l'arroganza. Egli porta la superbia al di là della sfera individuale, trasformandola in un valore metafisico, in un principio universale mediante il quale ognuno dovrebbe rifiutare l'ordine dell'Universo così per come è stato creato da Dio.

Ora, in questo articolo non pretendiamo di fare un'analisi esaustiva di questo tema in questo breve articolo, bensì ci limiteremo semplicemente a mostrare il bandolo della matassa nietzschiana a riguardo dell'orgoglio. Ci limiteremo pertanto a sottoporre al lettore alcuni brevi estratti da due opere di Nietzsche ricche di significato rivoluzionario. Si tratta di una specie di test che riguarda la posizione della nostra anima di fronte al grande tema dell'uomo moderno, che con le sue azioni e con il suo pensiero pretende di far crollare Dio. Si sprona, dunque, il lettore affinché discerna ciò che Nietzsche sta annunciando come profeta della Rivoluzione anticristiana.


● IL PAZZO ANNUNCIA LA “MORTE DI DIO

○ Il primo testo proviene dall'opera Die fröhliche Wissenschaft (La gaia scienza, 1882). Questo estratto è il nº 125 nella compilazione di Walter Kaufmann (1960), ed è intitolato Il pazzo 2.
Scrive Nietzsche: «Avete sentito di quel folle uomo che accese una lanterna alla chiara luce del mattino, corse al mercato e si mise a gridare incessantemente: ‹Cerco Dio! Cerco Dio!›. E poiché proprio là si trovavano raccolti molti di quelli che non credevano in Dio, suscitò grandi risate. ‹È forse perduto?, disse uno. ‹Si è perduto come un bambino?, fece un altro. Oppure sta ben nascosto? Ha paura di noi? Si è imbarcato? È emigrato?  gridavano e ridevano in una gran confusione. Il folle uomo balzò in mezzo a loro e li trapassò con i suoi sguardi: Dove se n’è andato Dio?  gridò  ve lo voglio dire! Siamo stati noi ad ucciderlo: voi e io! Siamo noi tutti i suoi assassini! Ma come abbiamo fatto questo? Come potemmo vuotare il mare bevendolo fino all’ultima goccia? Chi ci dètte la spugna per strusciar via l’intero orizzonte? Che mai facemmo, a sciogliere questa terra dalla catena del suo sole? Dov’è che si muove ora? Dov’è che ci moviamo noi? Via da tutti i soli? Non è il nostro un eterno precipitare? E all’indietro, di fianco, in avanti, da tutti i lati? Esiste ancora un alto e un basso? Non stiamo forse vagando come attraverso un infinito nulla? Non alita su di noi lo spazio vuoto? Non si è fatto più freddo? Non seguita a venire notte, sempre più notte? Non dobbiamo accendere lanterne la mattina? Dello strepito che fanno i becchini mentre seppelliscono Dio, non udiamo dunque nulla? Non fiutiamo ancora il lezzo della divina putrefazione? Anche gli dèi si decompongono! Dio è morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso! Come ci consoleremo noi, gli assassini di tutti gli assassini? Quanto di più sacro e di più possente il mondo possedeva fino ad oggi, si è dissanguato sotto i nostri coltelli; chi detergerà da noi questo sangue? Con quale acqua potremmo noi lavarci? Quali riti espiatori, quali giochi sacri dovremo noi inventare? Non è troppo grande, per noi, la grandezza di questa azione? Non dobbiamo noi stessi diventare dèi, per apparire almeno degni di essa? Non ci fu mai un’azione più grande: tutti coloro che verranno dopo di noi apparterranno, in virtù di questa azione, ad una storia più alta di quanto mai siano state tutte le storie fino ad oggi!›. A questo punto il folle uomo tacque, e rivolse di nuovo lo sguardo sui suoi ascoltatori: anch’essi tacevano e lo guardavano stupiti. Finalmente gettò a terra la sua lanterna che andò in frantumi e si spense. Vengo troppo presto  proseguì  non è ancora il mio tempo. Questo enorme avvenimento è ancora per strada e sta facendo il suo cammino: non è ancora arrivato fino alle orecchie degli uomini. Fulmine e tuono vogliono tempo, il lume delle costellazioni vuole tempo, le azioni vogliono tempo, anche dopo essere state compiute, perché siano vedute e ascoltate. Quest’azione è ancora sempre più lontana da loro delle più lontane costellazioni: eppure son loro che l’hanno compiuta!›. Si racconta ancora che l’uomo folle abbia fatto irruzione, quello stesso giorno, in diverse chiese e quivi abbia intonato il suo Requiem æternam Deo. Cacciatone fuori e interrogato, si dice che si fosse limitato a rispondere invariabilmente in questo modo: Che altro sono ancora queste chiese, se non le fosse e i sepolcri di Dio?›.».


La frase Dio è morto, tratta dalla copertina di un volume del manga Bleach; Aizen, l'antagonista anticristo presente nell'opera di Tite Kubo 


● DIO È MORTO IN COSÌ PARLÒ ZARATHUSTRA
 
○ Il secondo gruppo di testi proviene dall'opera popolare Also sprach Zarathustra (Così parlò Zarathustra, 18831885), del quale abbiamo selezionato sei paragrafi tratti dalle varie parti dell'opera (composta da quattro in tutto): «Zarathustra scese da solo dalla montagna e non incontrò nessuno. Ma quando giunse nella foresta, improvvisamente si imbatté in un vecchio, che aveva lasciato la sua capanna per cercare radici nella foresta [...]E che fa mai il santo nella foresta?, chiese Zarathustra. Il santo rispose: Compongo canzoni e le canto, e quando compongo canzoni, rido, piango e borbotto fra me stesso. Così innalzo le mie lodi a Dio. Ma quando Zarathustra fu solo, così parlò al suo cuore: È mai possibile? Questo vecchio santo nella sua foresta non sa ancora che Dio è mortoE sarà il grande meriggio, quando l'uomo starà a metà del suo cammino tra la bestia e il Superuomo e celebrerà il suo viaggio verso la sera come la suprema speranza: questa infatti è la via per un nuovo mattino. Allora il tramontante benedirà sé stesso, perché egli è Colui che passa oltre; e il sole della sua conoscenza starà allo zenit. Tutti gli dèi sono morti: ora vogliamo che viva il Superuomo: questo sia nel grande meriggio il nostro ultimo volere!Dio è una supposizione; ma io voglio che la vostra supposizione non si estenda più lontano della vostra volontà creatrice [...]. Potreste voi pensare un dio? Ma questo significa proprio volontà di verità, questo convertire tutto all'umanamente pensabile, all'umanamente sensibile! Voi dovete pensare i vostri sensi fino in fondo! E ciò che voi chiamate mondo, prima voi dovete crearvelo [...]. Ma lo voglio farvi conoscere tutto il mio cuore, amici miei: se esistessero gli dèi, come io sopporterei di non essere un dio? Pertanto non esistono gli dèi. Ho tratto la conclusione; ora la conclusione trae me [...]. La bellezza del Superuomo è giunta a me come un'ombra. Ahimè, fratelli miei! Che mi importa ormai più degli dèi?›. Che cosa sa oggi ognuno?, chiese Zarathustra. Su per giù questo, che il vecchio Dio a cui un giorno ognuno credeva, non c'è più? [...]. Meglio nessun dio, meglio crearsi il destino con le proprie mani, meglio esser pazzo, meglio esser noi stessi dio!Quel Dio che vedeva tutto, anche l'uomo, doveva morire! L'uomo non sopporta vivo un testimone di questo genereMa ora questo Dio è morto! O Uomini Superiori, quel Dio era il vostro più grande pericolo. Solo ora, che ormai giace nel sepolcro, siete di nuovo resuscitati. Ora soltanto giunge il grande mezzogiorno, ora soltanto l'Uomo Superiore diviene padrone. Comprendete queste parole, fratelli miei? Voi siete spaventati: i vostri cuori vanno soggetti a vertigini? Vi si spalanca l'abisso? Vi abbaia addosso il cane infernale? Orsù, dunque, Uomini Superiori! Soltanto ora la montagna partorisce, l'avvenire dell'uomo. Dio è morto: vogliamo, ormai, che viva il Superuomo!».

Nietzsche finì i suoi giorni nella follia. Egli era solito firmare alcune delle sue lettere con «dio», oppure con «il crocifisso». Si tratta di un'efficace lezione morale che non ha bisogno di nessun ulteriore commento. Senza dubbio, con l'avanzare della sua pazzia, Nietzsche vide anche certe cose. Culturalmente parlando, egli visse in un ambiente protestante soffocato dall'incredulità e dal razionalismo; un mondo in cui quella falsa religione non dà alcuna risposta a qualsiasi interrogativo. Messo di fronte al cattolicesimo — forte della sua magnifica azione nella seconda metà del XIX secolo — Nietzsche gli si rivoltò contro e, senza alcuna evidenza, dichiarò la sua morte. In Così parlò Zarathustra, l'ultimo Papa parla alla festa dell'asino, un commento ironico su come la religione sarebbe apparsa vuota davanti all'autonomia dell'uomo moderno e alla civiltà.


● UNA NUOVA ERA BASATA SUL NON SERVIAM DI SATANA

○ Il cosiddetto filosofo tedesco proclamò che l'uomo religioso non sarebbe sopravvissuto nella nuova civiltà. Inoltre, egli disse che i tempi moderni avrebbero prodotto la morte di Dio. Egli sarebbe morto, poiché gli uomini lo avrebbero ucciso. Come? Affermando la loro libertà dinanzi a Lui e asserendo il potere della loro razionalità. Così Nietzsche annuncia l'alba di un uomo nuovo che si inventa mediante la sua volontà di potenza, liberando sé stesso dalle catene delle virtù cristiane che lo costringono alla rassegnazione e alla morte. In Così parlò Zarathustra si intravede l'aspettazione messianica di un grande giorno nuovo che deve venire per l'umanità, qualcosa che è già arrivato per l'illuminato. Egli affermò: «E sarà il grande meriggio», vale a dire la realizzazione dell'atteso regno di Dio sulla Terra è ormai prossima; e sarà realizzata unicamente dalla mano dell'uomo. In breve: Dio non è più necessario e noi possiamo attuare la nostra felicità senza di Lui.
Dal punto di vista teologico, questa affermazione di Nietzsche è estremamente espressiva: «Se esistessero gli dèi, come io sopporterei di non essere un dio?». Ecco l'orgoglio dell'angelo caduto sulle labbra di un uomo. A causa della sua natura, l'uomo si sente finito e limitato. Per questa ragione, egli si volge naturalmente verso Dio in un atteggiamento religioso di umiltà. Nietzsche, tuttavia, situa la ribellione dell'uomo su di un piano diverso, ovvero quello della Rivoluzione e del grido luciferino di rivolta: «Non posso sopportare di non essere Dio; quindi, Dio non esiste». Il filosofo tedesco usa la logica pervertita da un orgoglio egualitario in cui la creatura nega la sua condizione di creatura prima ancora di negare l'esistenza del suo Creatore. Ad un livello più profondo, egli sta dicendo: «Io sono l'orgoglio. Sono la ribellione. Sono la Rivoluzione». Com'è possibile giungere a questo punto estremo? Sant'Agostino (354—430), il quale comprese così bene il cuore umano, spiega che quando l'uomo vive per sé stesso e non per Dio, vive secondo satana.

Secondo Nietzsche, quindi, l'unica verità diventa ciò che io voglio. Partendo da questo desiderio, un mondo intero è stato costruito come se Dio non esistesse. Se inoltre quello che voglio non è secondo ciò che vuole Dio, in tal caso diventa necessario negare Dio. Questo ribelle pensante non conosce limiti; egli segue l'azione di satana, il quale si esaltò al posto di Dio: «Non serviam!» («Non ti servirò!»). Non a caso, il puro satanismo era il nucleo alla base del pensiero nicciano.


.● LA RIVOLUZIONE SEGUE IL PERCORSO DI NIETZSCHE

○ Ecco una delle grandi promesse che la Rivoluzione avanza per ingannare le società moderne: «Se vuoi essere libero, abbandona i Comandamenti di Dio e i precetti della Chiesa». Nietzsche fu uno degli araldi di questo pensiero a livello filosofico: è necessario che Dio muoia affinché l'uomo nuovo possa vivere liberamente. Ma ciò che Nietzsche poté solamente gridare nei suoi scritti, altri, dopo lui, lo stanno gradualmente mettendo in pratica armati dello stesso intento radicale e puramente anticristo.

Cos'è un governo, un'economica e una società senza Dio se non la realizzazione integrale del pensiero nietzschiano? Questa è la triste storia del XX secolo che continua in questo nuovo millennio.
Sant'Agostino avverte l'uomo e la società: «Tu perdi te stesso cercando te stesso, e diventi schiavo delle cose fuori di te stesso.»; ciò è come dire: «Hai abbandonato la chiamata che Dio per diventare indipendente da Lui, tuttavia sei diventato solo uno schiavo del demonio, del mondo e della carne» — il concetto del conosci te stesso: puro satanismo e allontanamento da Dio. Quest'ultima considerazione ci mostra che la supposta libertà promessa dalla Rivoluzione ha incatenato l'uomo moderno in una suprema agonia e in un progressivo decadimento al quale stiamo assistendo oggi.

“Idolatria e depravazione dei gentili
Perché l'ira di Dio si rivela dal cielo sopra ogni empietà e ingiustizia degli uomini, che soffocano la verità nell'ingiustizia, poiché ciò che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, perché Dio lo ha loro manifestato.
Infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, essendo evidenti per mezzo delle sue opere fin dalla creazione del mondo, si vedono chiaramente, affinché siano inescusabili. Poiché, pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno però glorificato né l'hanno ringraziato come Dio, anzi sono divenuti insensati nei loro ragionamenti e il loro cuore senza intendimento si è ottenebrato. Dichiarandosi di essere savi, sono diventati stolti, e hanno mutato la gloria dell'incorruttibile Dio in un'immagine simile a quella di un uomo corruttibile, di uccelli, di bestie quadrupedi e di rettili. Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità nelle concupiscenze dei loro cuori, sì da vituperare i loro corpi tra loro stessi. Essi che hanno cambiato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura, al posto del Creatore, che è benedetto in eterno. Amen.

— ROMANI 1:18—25 —


○ Infine, nel 1889 Nietzsche ebbe un crollo mentale. Il cosiddetto filosofo, infatti, era affetto fin dalla gioventù dal disturbo bipolare (nel dettaglio: egli soffriva della cosiddetta sindrome CADASIL, nel suo caso una forma di demenza ereditaria di matrice patrilineare), frequente nella sua famiglia, che sarebbe infine degenerato in follia.


Pure Wikipedia conferma la malattia mentale del povero F. Nietzsche:

“La particolarità del pensiero di Nietzsche, la sua unicità, ha sempre generato nella critica degli interrogativi. Una delle domande che ci si è posti nella storia della critica a Nietzsche è la considerazione su qual è il ‘vero’ Nietzsche, ovvero quale fosse il suo reale intento e cosa volesse comunicare nelle sue opere ovvero quanto di ciò che ha lasciato è filtrabile in maniera lucida separandolo dalla parabola discendente della sua malattia mentale.”

Secondo alcuni, invece, la causa che lo spinse alla pazzia fu una malattia venerea contratta in un incontro con una prostituta. Ecco la fine del cosiddetto Superuomo!
Gloria al Signore. Amen.



Amen! La benedizione, la gloria, la sapienza, il ringraziamento, l'onore, la potenza e la forza appartengono al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen!

1 commento:

  1. ○ Il tutto è figlio di un grande equivoco: non esiste alcun “𝘯𝘪𝘤𝘤𝘪𝘢𝘯𝘰”; l'unico vero nicciano che è veramente esistito era uno solo, ed era un povero idiota affetto da demenza ed ormai trapassato da quasi 125 anni. Chiunque si definisca un “𝘯𝘪𝘤𝘤𝘪𝘢𝘯𝘰” o un seguace di costui, in tal caso è soltanto un povero folle, esattamente come il suo “𝘮𝘢𝘦𝘴𝘵𝘳𝘰” deceduto nel 1900.
    Non mi sorprendo del fatto che, tutt'oggi, alcuni esseri decadenti, nichilisti e profondamente ignoranti vadano ancora dietro alle folli elucubrazioni mentali di quel povero squilibrato tedesco che ispirò persino il nazismo con uno dei suoi concetti. Io posso solo ridere dinnanzi ad un tale spettacolo tragicomico.

    “𝘌 𝘴𝘢𝘳à 𝘪𝘭 𝘨𝘳𝘢𝘯𝘥𝘦 𝘮𝘦𝘳𝘪𝘨𝘨𝘪𝘰!”

    Ah, ah, ah! — Ah, ah, ah!
    Risate di pietà...
    E adesso come ti senti, Nietzsche? Com'è il tuo 𝘨𝘳𝘢𝘯𝘥𝘦 𝘮𝘦𝘳𝘪𝘨𝘨𝘪𝘰 ora? Sarà davvero un gran bel 𝘮𝘦𝘳𝘪𝘨𝘨𝘪𝘰 eterno nella Geenna il tuo.
    Mi ha fatto schifo e senso dover leggere qualche estratto proveniente delle opere di codesto essere volgare ed inferiore, una povera bestia anticristo. È necessario lavarsi bene sia le mani che il viso quando si ha a che fare con la spazzatura “𝘯𝘪𝘤𝘤𝘪𝘢𝘯𝘢”, poiché il contatto con simile lordura — che emana un tanfo indescrivibile — è dannoso. Io la chiamo la latrina della filosofia.
    Ora, se Platone è stato un grande filosofo e pensatore (uno dei più grandi della storia), facendo il confronto Nietzsche è stato solo un pover'uomo ribelle e decadente che ha avuto ciò che meritava.

    Il Cristianesimo, trionfante della sua immensa potenza istruttiva e liberatoria, nel tempo ha solo fatto del bene e ha liberato l'uomo; è riuscito persino ad annientare l'impero romano e non verrà mai sconfitto da niente e da nessuno.
    𝐐𝐮𝐢, 𝐢𝐧𝐟𝐢𝐧𝐞, 𝐢𝐨 𝐝𝐢𝐜𝐡𝐢𝐚𝐫𝐨: 𝐍𝐢𝐞𝐭𝐳𝐬𝐜𝐡𝐞 è 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐨, 𝐞𝐬𝐚𝐭𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐥𝐚 𝐠𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞 𝐟𝐨𝐥𝐥𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐫𝐢𝐯𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐬𝐮𝐞 𝐨𝐩𝐞𝐫𝐞 𝐚𝐧𝐭𝐢𝐜𝐫𝐢𝐬𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐩𝐫𝐚𝐯𝐚𝐭𝐞 𝐞𝐝 𝐢𝐧𝐭𝐫𝐢𝐬𝐞 𝐝'𝐨𝐝𝐢𝐨 𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐒𝐢𝐠𝐧𝐨𝐫𝐞; 𝐨𝐝𝐢𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐟𝐟𝐨𝐧𝐝𝐚 𝐥𝐞 𝐬𝐮𝐞 𝐫𝐚𝐝𝐢𝐜𝐢 𝐧𝐞𝐥 𝐩𝐮𝐫𝐨 𝐬𝐚𝐭𝐚𝐧𝐢𝐬𝐦𝐨, 𝐥𝐚 𝐦𝐚𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞 𝐢𝐧𝐠𝐚𝐧𝐧𝐚𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞 𝐞 𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐞𝐫𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐛𝐚𝐬𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐦𝐚𝐥𝐢𝐠𝐧𝐨, 𝐢𝐥 𝐧𝐞𝐦𝐢𝐜𝐨, 𝐬𝐚𝐭𝐚𝐧𝐚.
    Alla fine, Nietzsche è stato solo uno dei tanti “𝘱𝘳𝘰𝘧𝘦𝘵𝘪” anticristo e servi del nemico; egli stato il piccolo uomo impotente e ribelle che gridava alla “𝘮𝘰𝘳𝘵𝘦 𝘥𝘪 𝘋𝘪𝘰” come una pulce che urla, venendo infine schiacciato e punito dal Signore stesso, come testimoniato dall'ultimo periodo della sua vita. Poiché tutto è vanità, esattamente come l'uomo è solo mera e vana polvere.
    𝐋𝐨𝐝𝐞 𝐞 𝐠𝐥𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐚 𝐃𝐢𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐢 𝐬𝐞𝐜𝐨𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐢 𝐬𝐞𝐜𝐨𝐥𝐢. 𝐀𝐦𝐞𝐧.

    — 𝐊ΛΣ𝐔Σ 𝐏Λ𝐓𝐇𝐎Σ —

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