Ⅱ ~ 17 AGOSTO 2023 ~
«No, orgoglioso sogno, non puoi ingannarmi, tu che giochi così subdolamente col mio riposo. Io sono un re e ti smaschero, poiché io so.»
Che cosa stiamo facendo? In quale direzione stiamo andando?
Stiamo progressivamente uccidendo l'arte e la creatività a causa della cosiddetta intelligenza artificiale.
Ultimamente ho letto in merito all'impiego dell'I.A. nella composizione di musica, nella scrittura e in altri ambiti che riguardano l'arte. Questa non è arte, bensì un artificio e un abominio.
Che mondo...
Personalmente non sono contrario all'utilizzo dell'I.A. se relegato al miglioramento delle immagini, dei video e di vari tipi di audio (cosa che delle volte faccio anch'io, servendomi di programmi professionali che sfruttano proprio l'intelligenza artificiale per fare queste cose), oppure nella correzione dei bug all'interno dei videogiochi — un lavoro certosino che richiede del tempo, delle volte anche un anno, nel caso di un videogioco vasto e con molti anni di sviluppo alle spalle.
Uno dei tanti scenari apocalittici nello sviluppo e nell'utilizzo di I.A. complesse — sfruttandole in modo assolutamente sbagliato — che mi vengono in mente è il seguente: scoprire i codici militari per i lanci delle bombe atomiche e usarle, magari con un programma avanzato e killer basato sull'I.A. che riesce a violare qualsiasi protezione e a scoprire segreti e codici militari. A tal proposito, a causa delle potenzialità dell'I.A. — se sfruttate in modo negativo e folle — si potrebbero causare dei veri e propri disastri e ricattare il mondo intero, come con una guerra nucleare. Ecco perché tutto questo andrebbe fermato all'istante e relegare l'I.A. ad utilizzi semplici e comuni, come il miglioramento dei video e delle immagini. Lasciamo tutto il resto all'uomo, alla sua intelligenza e alla creatività.
Dopotutto, chi gioca con il fuoco, rischia di bruciare la casa.
In passato abbiamo già scoperchiato un grande vaso di pandora con l'energia atomica (che ha il potenziale di ucciderci tutti); ora non commettiamo lo stesso sbaglio con questa intelligenza artificiale.
Ooooh, ooooh... Ooooh, ooooh...
Presence dei Led Zeppelin (1976) è un album fantastico, compatto, grintoso, a tratti seminale, potente nel suono e solido nel suo complesso, anche se qualitativamente inferiore al monumentale, ricco e variegato Physical Graffiti (1975) — il suo predecessore, proprio di un altro mondo volendo fare un paragone tra i due albi — e con dei pezzi mediocri e riempitivi — Royal Orleans e Tea for One, una seconda versione di Since I've Been Loving You, tuttavia inferiore ad essa. Va detto però che roba di valore come Presence è pura utopia in ambito musicale oggigiorno.
Comunque, a mio parere, un brano del disco come l'epica Achilles Last Stand — Two Ones Are Won — vale il 9 pieno; e magari tutto l'albo fosse stato di quel livello. Ricordo che quando l'ascoltai la prima volta, me ne innamorai subito, soprattutto della batteria e dell'assolo, con tutti e quattro i L.Z. in splendida forma, soprattutto John Bonham, impeccabile e impareggiabile come sempre. Mi piacque subito anche Nobody's Fault but Mine, un grande pezzo Hard Rock con radici Gospel Blues — precisamente un riarrangiamento in chiave Hard Rock di un brano di Blind Willie Johnson, del 1927 — che non avrebbe sfigurato minimamente in Physical Graffiti e degno dei migliori Led Zeppelin (il riff iniziale è geniale, suonato con un archetto di violino su una Gibson Les Paul), proprio come la titanica Achilles... È un vero peccato che una gemma come 10 Ribs & All / Carrot Pod Pod (Pod) sia stata scartata dall'album e non sia mai stata ultimata — venne pubblicata solamente molti anni dopo come bonus della Deluxe Edition di Presence, nel 2015. Per me sarebbe stata una nuova The Rain Song, nel caso fosse stata ampliata e rifinita.
“The mighty arms of Atlas hold the heavens from the Earth...”
Dopo iniziò l'inevitabile declino e fu il principio della caduta. In seguito solamente In the Evening si sarebbe avvicinata a simili livelli, senza però raggiungerli.
La creatività è una rara scintilla che pochi possiedono nella mente; essa non è per tutti e non si può acquisire con il tempo: o ce l'hai sin dalla nascita oppure no. Chi la possiede, lo dimostra; chi non la possiede, invece, delle volte millanta di averla e tenta invano di sminuire chi, a differenza sua, ce l'ha e lo ha dimostrato nelle proprie opere. A tal proposito, mi viene in mente un grande della musica moderna ed il Picasso del Rock, Captain Beefheart, nato con il nome di Don Van Vliet, un vero musicista creativo ed anche eccentrico. Un altro che cito è Robert Wyatt, altro genio creativo della musica moderna — il suo capolavoro Rock Bottom del 1974 è uno dei migliori album di sempre; l'anno prossimo saranno passati ben cinquant'anni dalla sua uscita.
~ Σ E Λ Σ O N G ~
Parlando di film, i miei preferiti sono i seguenti (la mia top ten):
1. Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re (2003);
2. Lawrence d'Arabia (1962);
3. Ben-Hur (1959);
4. Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975);
5. Il miglio verde (1999);
6. Le ali della libertà (1994);
7. Braveheart - Cuore impavido (1995);
8. Star Wars: Episodio VI - Il ritorno dello Jedi (1983);
9. Il silenzio degli innocenti (1991);
10. L'ultimo samurai (2003).
Un paio di settimane fa ho rivisto il capolavoro Le ali della libertà, un grandissimo film. Se penso al fatto che è uscito nello stesso anno in cui sono nato io, la cosa non può che farmi piacere.
Quale sarà il prossimo film che vedrò? Sicuramente Oppenheimer (2023), l'ultimo capolavoro di Christopher Nolan. Amai il suo Inception (2010). Non vedo l'ora di vedere anche Napoleon (2023) di Ridley Scott, che a mio parere se la giocherà con Oppenheimer per il titolo di miglior film del 2023.
Il film più inutile dell'universo? Il gladiatore 2 (2024, salvo rinvii). E no, non sto scherzando: esiste davvero. Io non lo guarderò per rispetto nei confronti dell'unico, vero e originale Il gladiatore (2000), un capolavoro della storia del cinema. Per la serie: come voler fare soldi girando un film che non ha ragione di esistere e che non sarà mai nemmeno un'unghia del suo predecessore, volendo sfruttare la sua fama con un inutile sequel... È un po' come se qualcuno volesse girare un quarto film de Il Signore degli Anelli (dopo Il ritorno del re), inventandoselo di sana pianta e non basandosi sull'opera di Tolkien per un seguito — che non esiste.
Povero cinema...
— Il Dottor Christopher Nolan - Ovvero: come ho imparato a filmare e ad amare la bomba —
Che cosa ci fa un cinese con una scarpa rotta in un convento?
Cerca una suola.
Nella vita o si fa qualcosa oppure non si fa; non si trovano scuse e non ci si rifugia dietro ai se (“Se avessi fatto...”; “Se fossi stato...”; “Se...”; etc.), che sono inutili e non muovono nemmeno un granello di sabbia. A tal proposito, io volevo vivere normalmente e lavorare e l'ho fatto per mesi. Ora, invece, siccome voglio sempre variare nella mia vita e mai fossilizzarmi su un qualcosa, penso proprio che quando compirò 30 anni, cambierò completamente il corso della mia vita e riprenderò ciò che ho mollato in passato e al quale ho rinunciato: la mia musica.
Mi sono stancato di dover combattere e reprimere sempre la mia passione e ciò che amo fare (la musica, che non ha niente di sbagliato), dato che alla lunga questo può distruggere una persona. Dunque riprenderò a suonare e pubblicherò la mia musica di chitarrista.
Basta con questo ricatto: o fai qualcosa e poi pecchi, oppure non la fai e poi stai male, perché hai rinunciato, con questo che ti corrode nel profondo. Io voglio fare ciò che so fare e che soprattutto amo fare. Di sacrifici ne ho fatti anche troppi nella mia vita; sono io a decidere.
“Le persone sono come i dadi: si lanciano nella direzione che hanno scelto. Questo è ciò che le rende libere.”
Parlando del tennis, il mio sport preferito, spero che Djokovic vinca lo US Open di quest'anno e torni numero uno al mondo nel ranking dell'ATP Tour. Mi è dispiaciuto che abbia perso in finale a Wimbledon contro Alcaraz, un mese fa. Meritava di vincere e di eguagliare il record di Federer di ben otto vittorie a Wimbledon, l'unico nella storia del tennis — Djokovic lo ha vinto sette volte, proprio come il grande Pete Sampras.
Va detto che ogni competizione dei Grandi Slam nel tennis ha avuto il proprio re: Federer è stato il re di Wimbledon e dell'erba (l'ha vinto otto volte); Nadal è stato il re del French Open/il Roland Garros e della terra rossa (l'ha vinto ben quattordici volte, un record assoluto nella storia del tennis e dello sport in generale); Djokovic è stato il re dell'Australian Open e del cemento (l'ha vinto dieci volte, l'ultima edizione proprio quest'anno). La loro era — quella dei Big 3 — è e penso che sarà irripetibile nella storia del tennis.
Amo il tennis anche perché, quando si gioca, nel campo dev'esserci un silenzio tombale, in modo che i giocatori si concentrino e giochino al meglio delle loro possibilità.
Preferisco sempre la qualità alla quantità; dopotutto, fare le cose di fretta con farle bene non trova mai alcuna affinità.
“Farò poi” è fratello di “non farò mai”; giacché se procrastinare diventa una tua abitudine, allora sappi che rimandare è ciò che quasi sempre tu farai.
Underscore;
underscore fusion.
Spaziare sempre in diversi ambiti è uno dei pregi e una delle virtù della persona creativa, la quale non è mai sazia e vuole variare, esplorare nuovi orizzonti e mai fossilizzarsi su un determinato punto.
There's so much to do... but I don't have voglia. My bad.
I'm not in the mood; I'll fade into darkness wearing my hood.
Variare, ridere, pensare ed emozionarsi sempre nella vita... soprattutto, osare e mai dare niente per scontato. Dopotutto, si tratta del nostro vissuto, che è già passato.
~ P Λ T H O Σ ~
© Kasus Pathos, 2023.
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